Balsamo di Gilead

La parola balsamo deriva dal greco  βάλσαμον (balsamon), un termine che ha le sue radici nelle parole ebraiche בַּעִל (ba’al – signore, maestro ) e שֶׁמֶן (shemèn – olio). In ebraico בֹ֖שֶׂם – bosém è profumo, similmente a basham (persiano) . 

Già al tempo di Giacobbe il distretto di Galaad offriva sostanze aromatiche molto richieste.

Vale la pena ricordare che dopo aver gettato Giuseppe in una fossa, i suoi fratelli videro una carovana in viaggio da Galaad verso l’Egitto, «con i loro cammelli che portavano spezie, balsamo e mirra» (Genesi 37: 25).

E ancora:  “Non c’è un balsamo in Gilead? Non c’è nessun medico lì? Perché dunque non c’è guarigione per le piaghe (della figlia) del mio popolo?” (Geremia 8:22).

Questo famoso passaggio della Torah sottolinea l’enorme importanza che il balsamo di Galaad e altre sostanze curative aromatiche hanno avuto nell’arte medica da tempo immemorabile.  In questi passaggi la parola originale è tuttavia צַרַי (tsori’ = unguento). Molti tentativi sono stati fatti da diversi autori per identificare tsori, seppure in modo non del tutto conclusivo. Gli alberi che sembrano poter rappresentare lo tsori – supponendo trattarsi di un riferimento ad un albero in particolare – sono il Pistacia lentiscus (lentisco) e l’Amyris opobalsamum L. (Commiphora gileadensis) dei botanici moderni (apharsemon in ebraico). Ma potrebbe trattarsi anche di un preparato di più piante, no?

Il balsamo é il nome che si dà ai liquidi che fluiscono, spontaneamente o per incisione, da alcune piante e che all’aria tendono a solidificare. Sono balsami naturali il benzoino, lo storace, il bdel Perù e il bdi Tolù. Essendo una sostanza resinosa aromatica, nella sua preparazione e somministrazione come medicinale, al balsamo si applicano i metodi e le precauzioni abituali. In quanto resina, si scioglie facilmente con un po’ di calore in un olio base, che può quindi essere addensato in un balsamo o unguento con l’aggiunta di agenti addensanti come la cera d’api. Essendo una sostanza resinosa, il Balsamo di Gilead si scioglie facilmente in alcool, che sostiene ed esalta la natura volatile e penetrante dei suoi principi aromatici.

In generale i principi aromatici contenuti nei balsami (olii essenziali e oleoresine), tendono ad avere proprietà depurative e antisettiche. E’ possibile, ho letto, che l’uomo primitivo quando sentì l’odore ripugnante emesso dalle ferite e dalle ulcere settiche, abbia pensato:  perché non combattere il cattivo odore dell’infezione o della putrefazione con l’odore pulito e fresco di queste sostanze aromatiche? Ancor più considerando il fatto che gli alberi, quando vengono feriti, emettono linfa o resina, che formano una crosta protettiva in grado di favorire la guarigione della ferita della pianta, perché non sperimentare il potere curativo sugli esseri umani?

Qualcuno avrà, nella notte dei tempi, sperimentato dunque, ed avendo avuto successo ha diffuso e tramandato tale conoscenza, che è divenuta parte del patrimonio culturale medico dell’umanità. Conoscenza sulla quale il consenso non è mai venuto meno. Ora sappiamo che tali resine  hanno proprietà antisettiche e cicatrizzanti, accelerano la guarigione delle ferite e la rigenerazione dei tessuti. La Commiphora gileadensis è originaria del Regno di Saba a sud della Peninsola arabica e veniva coltivata intorno al Mar nero. La sua resina era venduta a un prezzo doppio del suo peso in oro, il prezzo più alto mai pagato per un prodotto agricolo.  Ora questa antica pianta è anche studiata per la sua attività antitumorale contro le linee cellulari tumorali. Gli estratti di stelo e foglia di Commiphora gileadensis e il suo olio essenziale hanno un effetto proapoptotico antiproliferativo contro le cellule tumorali e non contro le cellule normali. 

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