“Tutti hanno un prezzo, bisogna solo capire quale. Pochi invece hanno un valore”. Caterina de’ Medici.
Gli uomini di valore si riconoscono dalla risolutezza che mettono nel difendere il bene più prezioso: la propria anima.
Ma cos’è che possiamo chiamare anima? Adin Steinsaltz, in La Rosa dai tredici petali, è netto (tranne poi dedicarvi un intero articolato libro): “Nella sua essenza più profonda l’anima dell’uomo é parte del Divino, e sotto questo aspetto, essa è una manfestazione di Dio nel mondo”.
Se questo è, un uomo e una donna di valore non si separeranno, a costo della vita, da questa “particella” in grado di penetrare il mondo materiale come un raggio di luce nell’oscurità, e di interagire con esso, quale energia vitale, facendo emergere esseri senzienti mossi all’ascolto, al pensiero, alla creazione, all’immaginazione, al sogno, al sentimento.
E nel fare luce nell’oscurità, si disvelano, come pulviscolo, atomi di un ordine vitale mirabile là dove regnava il nascondimento. Di ciò l’uomo di valore è testimone. Così, frammento (animus) egli stesso dell’oscura tela che avvolge il raggio divino, nell’abbraccio con l’anima vibra, fiorisce, canta, si consuma.
“Signora che stai distesa nei giardini, chi ti è amico sta attento alla tua voce: falla sentire a me”