Dimorava la notte un silenzio assoluto. Con le ginocchia raccolte sul petto, distesa su un tappeto di pelli, dinanzi a un fuoco di quercia odorosa, Danae sprofondò in un benefico sonno. Le avvampava le gote un sogno amoroso di fanciulla. Nel petto accesi carboni. Fu allora che l’orizzonte vuoto e germogliante, s’aprì sotto un raggio d’oro penetrante ed un filo di pioggia lucente danzo’ agile sulle colline, e venne lungo la valle, risvegliando l’alato fogliame ed i grilli, fino alla più nascosta caverna.
Una pace sconfinata l’invase e l’accompagno’ sveglia sulla soglia dell’alba.