Come un ponte sottile sull’abisso del caos, si dispiega l’ordine delicato della vita, animato da un riflesso di D-o. Riluce al passaggio leggero d’una sua infinitesima, indeterminabile particella, movens di quell’ordine implicito, dal quale esplica, irradiata sull’ignoto schermo del divenire, la realtà fisica.
La coscienza può essere considerata immersa nell’Eterno, raggiunta dall’istante che le viene incontro come un’onda. Essa é investita continuamente, attraversata e superata dal Tempo. Il punto d’incontro, l’adesso, é tra la coscienza (particella) d’essere umano e l’onda del tempo che l’attraversa. Cosicchè la particella é come un positrone, sballottato indietro dall’eternità. Emergono eventi sul filo dell’incontro, cotangenti ad esso. Urti, carezze, avvolgimenti, sussulti, grida, ispirazioni, innamoramenti, un fiorire di umane emozioni e sentimenti, al tocco dell’onda che ci investe, modella, sfinisce.
Nell’incontrare l’istante che viene, la coscienza, particella oscillante nel campo delle potenzialità (tra le diverse emozioni), nel mare degli eventi che giungono ad investirla, onda dopo onda, resta serena, chiara, stabile, libera dalla paura, a galleggiare nell’oceano della vita disegnando traiettorie felici, oppure va sott’acqua, soffre, s’oscura, si spegne.
La famosa formula di Einstein E = hf , caratterizza l’energia di un fotone (dipendente dalla velocità della luce e dalla sua frequenza). Si può, per analogia, immaginare che anche l’energia della coscienza: la forza che la tiene unificata, possa dipendere da una costante: l’humanitas, e dalla frequenza temporale: le oscillazioni più o meno ampie /tempo, intorno al raggio di luce coerente della coscienza .
Come un chiodo é la coscienza di un uomo. Indispensabile a combattere la buona battaglia, come a tenere fissa in terra la tenda del cosmo.