Ricordate il Giuramento di Ippocrate?

Ricordate il Giuramento di Ippocrate?

Lanfranco Rossi ( in “I padri dell’esicasmo”) ci ricorda che é dalla scuola Pitagorica che emerge il Giuramento di Ippocrate. Spinsanti S. (in “La normativa etica” ) sottolinea che esso “è uno dei documenti che costituiscono il nucleo essenziale del patrimonio spirituale dell’Occidente”. Con il giuramento di Ippocrate nasce la figura del medico filantropo, l’arte della medicina diviene inseparabile dalla moralità.

Da quel pizzico che so, non é saggio avventurarsi, privi di prudenza, verso l’ignoto, senza rischiare di pagare pegno. Trovo frettoloso, privo di autentico discernimento, dunque imprudente, dare il via ad innovazioni delle quali non si é sufficientemente valutata la portata, l’efficacia e soprattutto l’impatto sul bene comune. Nell’ambito della salute ricordo che il bene comune é “la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, nel rispetto della dignità e libertà della persona”; questo afferma il moderno giuramento di Ippocrate, al rispetto del quale tutti i medici d’Italia sono tenuti. Già il lockdown non é stato in grado nè di difendere la vita, nè di tutelare la salute e neppure di garantire il rispetto della dignità e della libertà dell’individuo. Si vuole ora persistere nell’errore e finanche aggravarlo? In tal caso si incorrerebbe in manifesta colpa grave, per imprudenza ed imperizia continuata.

Prima di calpestare i diritti fondamentali dell’uomo, ed in particolare la libertà dell’individuo e la dignità della persona, farei saggio uso della ragione. Fin qui abbiamo assistito da parte del Comitato Tecnico Scientifico ad errori ed a scelte imprudenti e dannose di vario genere, dovute a scarsa capacità di dis-cernere quanto veniva emergendo nel nostro Paese (in presenza di un dichiarato stato internazionale di emergenza sanitaria), sopravvalutando i rischi effettivi per la salute da coronavirus e determinando imprudentemente la decretazione, a tambur battente, di misure pesanti per l’economia e restrittive della libertà degli individui.

Oggi, il nuovo mantra é tracciare, testare e trattare. Se questo può andar bene per una popolazione virale, non lo é, nella maniera più assoluta, per una popolazione umana, perchè si tratterebbe di una pratica (innovativa) contraria ai diritti umani, e peraltro del tutto inefficace ai fini dell’impedimento della manifestazione di eventuali sintomi, restando l’efficacia contenuta nel campo dell’infettività, non della reale patogenicità del virus (che a tutt’oggi sembra, da quanto fin qui emerso in ambito scientifico, poco letale). Men che mai garantirebbe cure valide e sicure.

Unica cosa meritevole da farsi, ritengo, è diagnosticare la malattia (sulla base del suo quadro nosologico, che, ahimè, continua ad essere del tutto indefinito) e prendersi amorevolmente cura dei malati, in scienza e coscienza, nel rispetto del giuramento di Ippocrate, antico e moderno. Consiglio in proposito ad ogni Medico di rileggere la versione del 13 giugno 2014.

Nessun medico, mi auguro, vorrà calpestarlo, disonorandosi. Nessuna denuncia dei malati dunque. Nessuno spazio per qualsivoglia App Immuni o similare, dunque, é possibile, finchè l’Arte Medica vive e la Costituzione vige. Restiamo umani.

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