17 ottobre 2009

17 ottobre 2009

Dunque sta finalmente nascendo in me il desiderio di carità (o compassione). Lo considero un dono da custodire, insieme alla preghiera profonda, che non è distrazione dialogica bensì silenzioso rispetto del mistero interiore, respiro dopo respiro. E intanto? Sono vivo e felice.

Con mente naturale, rilassata e consapevole vado incontro all’istante che viene.

Mi piacerebbe molto stringere la mano a Edgar Morin, prima che muoia. L’11 novembre terrà un seminario a Milano. Mi sono iscritto. Speriamo bene.

La mente pensa, dialogando e riflettendo in ogni direzione, dove, di volta in volta, si aprono spazi più vasti e luminosi, che invitano ad essere, conoscere ed operare con lucidità, attenzione e amorosi sensi, in modo integro e stabile eppure aperto e naturale. Ed io mi lascio andare a cotanta meraviglia, grato e leggero. Poi, di tanto in tanto, ritorna la domanda: che sta succedendo?

Il metodo consiste nell’accostarsi ad un evento, sensazione, percezione, emozione, pensiero, immagine, sistema, con quella vuota, limpida chiarezza mentale ed assenza di giudizio che fa sì che la mente possa lavorare come un tempo l’aratro.

Sempre il risultato è un solco fecondo, dove vengono seminate nuove idee, che sta a noi coltivare con passione e delicatezza.

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