Meditazione

Trenta minuti di consapevolezza.

Eccomi dunque determinato a restare consapevole per i prossimi 30 minuti.
Consapevole, ripeto a me stesso, significa ricordarmi di restare nel momento presente con una pura e semplice attenzione a ciò che accade, discernendo ciò che è salutare da ciò che non lo è, sia all’interno che al di fuori di questa forma d’uomo.
Sono dunque intenzionato a portare l’attenzione al fatto che c’è un corpo, un respirare, un pulsare caldo, un sorgere e svanire di sensazioni, emozioni, immagini e pensieri nello spazio di questa forma d’uomo.
E c’è uno spazio fuori, con forme, colori, suoni, movimenti, temperature, odori.
C’è la possibilità che l’Io/mio provi attaccamento, avversione, confusione, tracotanza, torpore, agitazione, invidia. Ignoranza della Realtà.
Sono dunque determinato a portare attenzione ai processi mentali nel loro dispiegarsi: mentre scendo le scale che mi portano all’aperto incontro due colleghi. In un lampo si palesano le tracce di un giudizio, una punta d’avversione, poi lo stupore nello scorgere un raggio largo di sole alla finestra.
Torno al corpo, al respiro, al rilassamento, all’attenzione a ciò che è salutare.
E’ salutare stare con una mente chiara [che riconosce chiaramente quel che c’è, dentro e fuori] .
E’ salutare stare con una mente pura [che non si attacca con l’Io/mio a ciò che accade]
E’ salutare stare con una mente imperturbabile [ che non si fa reattiva, ma si mantiene calma, stabile]
E’ salutare stare con una mente equanime [che deposto l’Io/mio, si apre, con rispettosa attenzione ad ogni vivente]
E’ salutare stare con una mente risoluta ad agire [che fa, ora, ciò che è salutare fare].
Esercitando la mente nell’apprendimento di queste 5 forme di comportamenti salutari, intanto sento i miei passi all’aperto, l’aria fresca sulle guance, la finissima pioggia, un lieve moto di tristezza invernale e il canto degli uccelli.
E di nuovo i passi, il respiro lento e profondo, l’energia che affiora nelle dita.
Che sta succedendo?
Tre passeri in volo. Due ragazzi che passano con lo sguardo incollato ai cellulari. Rumori di auto. Un TIR.
L’aria ha un sapore ferroso. Lascio andare l’Io/mio. Lo sguardo si apre ancora di più . Più terso.
Come si interrela lo spazio-tempo di questo misterioso vivere, con l’insieme dello spazio-tempo?
Ci sono. Con il tempo che mi resta, interconnesso. Che c’è da fare? Vivere, in pace.