IMMAGINAZIONE
Il nostro impegno é riservato a mettere cura in quel che facciamo, nel sentirci parte dell’insieme al quale apparteniamo. Ammettiamo, ancora una volta, che ogni essere vivente sia spaziotempo animato. La quantità di spaziotempo percepibile risulterà variabile, al singolo osservatore, in ragione della sua stessa condizione . Essa emergerà in modalità percettiva differente. Da dove ? E come? Nell’osservatore stesso, che é, nello stesso tempo, spaziotempo osservato. Il come egli ordina e comprende lo spaziotempo di cui dispone é peculiare della sua struttura mentale e delle precipue relazioni che tale struttura intrattiene nella multidimensionalità dell’universo, nelle relazioni che si determinano. C’é dunque modo di ampliare tale spazio (vitale) fino a comprendere le interazioni diffuse, l’appartenenza verticale e orizzontale (radice e germoglio) , la danza alla quale partecipa? Lo spaziotempo animato che ci definisce é in realtà mutevole, impermanente, suscettibile di espandersi e contrarsi, a motivo del grado di consapevolezza che é proprio dell’osservatore. Tale consapevolezza di sé ha un impatto sulla realtà esterna? La modifica? Evidentemente sì, non fosse altro che per le interazioni che ne conseguono necessariamente, istante dopo istante. A cosa apparteniamo? Cosa ci muove? Ha una finalità l’espansione della coscienza (di sé, del mondo) ? Laddove lo spaziotempo si dilata la percezione del vivere si espande su una molteplicità di dimensioni, a entropia variabile, caratterizzate da molteplicità di senso e possibilità di scelta. Si manifestano campi di forza che producono ordine naturale, di cui si fa parte, per attrazione, gravità, inerzia, repulsione. Dove nasce l’ordine? Esso é pre-esistente al nostro vivere. Da esso origina la vita, in quanto libertà di essere forma (unita o disgiunta) intelligente, sensibile, senziente. Capacità di scegliere, di aderire o meno, ritornare o fuggire. A cosa ritornare? Dove fuggire? Dove si raccoglie l’ordinaria mente unificata? Quale possibilità d’agire, cosa rimane? Quale forma di dialogo mentale sopravvive? L’immaginazione. Ma provando a rinunciare ad ogni immagine. Facendo a meno dell’albero e della fonte, della chiave e del tempo, della vacuità e del silenzio, di spazio e tempo, cosa rimane? Immaginazione.
Sempre sorgono nuove “idee”, in connessione ad altri mondi sovrasensibili. Una mente naturale (che sta spontaneamente con quel che c’è) , rilassata (aperta a ciò che si presenta) e consapevole ( che discerne e sceglie) accede al possibile divenire come in una danza, aderendo ai suoni del reticolo universale, armonicamente.
Puoi immaginarlo? Niente più spazio né tempo.