Reattività
La mente reagisce, inconsapevolmente, a qualcosa che la ferisce, o l’opprime, o la minaccia, o semplicemente che è tale da provocare un moto di disagio, di orgoglio, un atto di comparazione.
La reattività si manifesta secondo modalità conosciute e ripetitive, al fine di proteggere l’ego, la sua immagine o proiezione spazio-temporale.
L’interazione, con un soggetto esterno o con le proprie formazioni mentali, viene a caratterizzarsi da una forte rigidità nella gestione del confine, da un timore di invasione e/o sottomissione. In ogni caso, rapidamente, l’organismo si arma in difesa dello spazio psico-fisico e reagisce, cellularmente, emozionalmente, con voce e gesti, pronto alla battaglia. La minaccia alla propria integrità è per lo più figurata, simbolica, immaginaria, irreale, eppure sufficiente a scatenare una reazione psico-fisica, che va al di là dell’utile e del necessario. La reattività si avvale di una riduzione della capacità di autocontrollo (di misura della risposta), dal momento che il flusso di dati sensoriali, percettivi ed emozionali, non risulta adeguatamente processato in tempo reale, oppure è distorto sulla base di inquinanti mentali, quali avversione, attaccamento e confusione. Il risultato è un agire, in termini di pensiero, parola ed opera, in modo non ragionato, in preda ad un sentire alterato ed egocentrato, chiuso alle ragioni dell’altro ed in contrasto con il proprio bene. La reazione monta e si esprime fin tanto che è energeticamente sostenuta dall’emozione e da un pensiero ricorsivo, che fatica a sottoporsi a critica e a dissolvere.
Nel momento in cui l’emozione o il sentimento, che ne è all’origine, viene vista (dalla mente consapevole), essa svanisce.
È vero, nel momento stesso che la nostra mente si focalizza in modo cosciente su un moto dell’anima , tutto diventa più chiaro e la ragione fa il resto. L’autocontrollo prende il sopravvento e tutto si normalizza.
Un saluto