PRATICA MEDITATIVA
Se mi soffermo a riflettere sull’urgenza della pratica meditativa, non posso non interrogarmi sulla sua natura. Cos’è? Che funzione svolge? E’ essenziale? Essa mi permette di osservare, conoscere e comprendere gli elementi interiori ed esteriori della realtà (così com’é). Mi aiuta a rimuovere i cumuli di inquinanti mentali, discernendo con chiarezza, nel risalire la corrente (dalla mondanità allo spirito), quotidianamente. Parafrasando E. Hillesum, la pratica meditativa mi aiuta a disseppellire, dentro me, quella sorgente profonda, che mi connette con il vivente (che talvolta chiamo Dio). E poiché sono certo della sorgente, per avervi bevuto, a piccoli sorsi interrotti, un tempo, sono motivato a custodirla, per sempre. Ho fiducia nell’autenticità dell’esperienza contemplativa che è stata condivisa, nel corso della storia umana, in modalità similari e feconde. Tale esperienza libera dalla paura e fa emergere proprietà (qualità) prettamente umane, che hanno a che fare con un’attenzione viva a ciò che siamo. Esseri senzienti, sofferenti, desideranti, capaci di meraviglia.