La strada spacca in due parti gemelle il…

La strada spacca
in due parti gemelle

il pianoro di sterpaglia dorata,

polveri bianche
in fini mulinelli.

Ridono le ragazze d’Anatolia

profumate di limoni
ridono

incendiando l’aria
con sguardi neri.

Velato, fragile e leggero
il cielo.

L’attività dello Spirito universale è enigma per…

“L’attività dello Spirito universale è enigma per noi perchè si manifesta,
nello stesso tempo, nella creazione e nella distruzione, nella nascita e nella
morte. Per questo non riusciamo a trovare, in quel che accade nel mondo, un
principio cui ispirare la nostra attività”.
“L’attività etica è la sola che permetta di entrare in rapporto con lo Spirito
universale. Come spiegare questo fatto?”
“Il principio fondamentale dell’etica è il rispetto della vita. Dobbiamo
metterlo in pratica nei confronti di noi stessi e degli altri esseri”.
“Quello che noi chiamiamo amore è, in essenza, rispetto della vita”.
“Nelle sue esigenze e nella sua dimensione, l’etica è senza limite. Solo
prendendo coscienza della nostra solidarietà con tutti gli esseri e mettendola
in pratica, noi arriviamo, nella sola maniera possibile, alla comunione attiva
con l’Essere infinito, in cui tutti gli esseri hanno la loro esistenza.”
“L’etica ha la sua base nel fatto essenziale che la nostra vita è nata da
un’altra vita e dà origine ad altre vite. Non esistiamo solo per noi stessi”.
“Quando il nostro pensiero comincia ad occuparsi della misteriosa solidarietà
esistente tra noi e gli altri esseri, è costretto a confessarsi che non riesce
più a tracciare confini.”

Albert Schweitzer

Nella città di Rosa/22

22. Tarda estate. Luce chiara. Diffusa.
Per la sterpaglia riarsa, sul monte,
vaga lo sguardo e sempre torna vuoto.
Ti dico la verità: sto sognando.
Che nessuno mi svegli, neppure tu,
che potresti stringermi tra le braccia
e riempirmi l’anima come un fiume.
Ché il sogno è dolce e profuma di poesia.

(1998-2001)

Nella città di Rosa/21

21. Profondamente nel presente muovo
i passi sbalorditi nel tuo ascolto,
mentre dentro di nuovo mi risorgi e
come acqua di roccia mi disseti
e gli occhi mi ricolmi di speranza.
Mai sono solo sotto il cielo vivo
e a te sempre ogni volto mi riporta.
Allegro batte il tempo le sue ore.

Nella città di Rosa/20

20. Lungo la cresta della rupe stanno
sparse tra le rocce e sotto gli alberi
le belle tombe delle lycee genti.
Il sarcofago ha per tetto una barca
rovesciata di dura pietra grigia.
Là le radici degli antichi ulivi
offrono asilo agli spiriti soli
ed a noi, in assoluto silenzio.

Nella città di Rosa/19

19. Sul sentiero battuto dalla luce
tra terra e mare l’impronta dei passi
trattiene in basso la tenda celeste.
Sotto il premuroso invito del vento
si rovesciano suoni spumeggianti.
Nell’infinita distanza di un passo
mi siedo sopra un tronco ad ascoltare
i dialoghi dei grani d’acqua e sale.

Nella città di Rosa/18

18. Forse fatica a crescere l’ortica
sull’umido muro del nostro scontento?
E non ci pesano in tasca le pietre
della dura e frigida indifferenza?
Così, labbra appiccicose di lodi
servili non fuggiamo come fiele?
Perché dunque non dovremmo trovare
nel silenzio della mente la pace?

Nella città di Rosa/17

17. Eccoti. All’improvviso ti ascolto.
Oltre questo muro l’alba si annuncia
con il becco fiorito di un passero.
Dimmi, che sta davvero succedendo?
Più volte nel sonno mi rigiravo,
la mente vanagloriosa inseguendo,
sempre dimenticando la promessa
che più della stessa vita mi è cara.
Ricordi? Tuo è il tempo che mi resta.

Nella cittè di Rosa/16

16. Ai piedi delle boscose colline
muore la notte. Dove sei tu luna?
Perché tanto dolore ci opprime?
I tuoi raggi stendi come un balsamo
e fa più lievi gli affanni nel petto,
consola con il sonno il triste vecchio
e veglia, dolce compagna notturna,
sull’incerto futuro che ci è dato.

Nella città di Rosa/15

15. E l’assenza m’inonda di domande
fresche ferite che mai guariscono,
schiumose di rinunce e desideri.
E s’abbandona il cuore desolato
all’ora che l’incarcera e disperde
tra fuggitive e lacere speranze.
Un pesante fardello son io di me
che in nessun posto più trova riposo.

Nella città di Rosa/14

14. Nella vuota nudità timore avrò
a sentirti venire più vicino,
sia pure per un fulmineo istante.
L’assenza scuote con forza il silenzio
e lo fa noce secco nell’autunno.
Cos’è un uomo perché te ne curi?
Ed ancora, che dono é questa vita
se presto ci abbandoni alla deriva?

Nella città di Rosa/13

13. Puoi crederlo? Ogni cosa finisce
e i doni ricevuti svaniscono.
Meno d’una impronta resterà di noi.
Perché altro destino ci è negato?
Potesse almeno una dolce speranza
penetrare nella cupa oscurità
che ci avvolge come naufraghi tristi
e come un faro attirarci all’approdo…

Nella città di Rosa/12

12. Dell’erba che calpesto ora mi accorgo?
E di quella che cresce il suono odo?
Ascolta, che cosa va succedendo?
Donerà questa rosa il suo profumo
oppure marcirà tra le sue spine?
All’acqua viene il passero curioso
mentre il verde lucertolo sul ventre
guizza veloce tra gli arbusti in fiore.

Nella città di Rosa/11

11. Mostrati luna, sui passi miei torna,
guarda in fondo al pozzo e cercami gli occhi.
Sono pazzi questi occhi innamorati
che guardano ogni cosa oltre la forma
in cerca del mistero che ci nutre
e fa della vita un sogno di realtà?
Oppure è il mondo una trincea di fango
già prima che ci seppellisca il tempo?