4. Della grazia tua onorava il tempo
ogni foglia e stelo e canna di bambù,
che nasceva spargendo le tue lodi
in quei mattini freschi e profumati
aperti in lieti campi al nuovo sole.
Non allontanarti da me in silenzio
ché un altro inverno stringerebbe il cuore
nelle murate e abbandonate stanze.
Mese: marzo 2014
Reghel
Reghel in ebraico significa piede, ma anche festa, abitudine. Da reghel vengono anche le regole. Avere buone regole di vita fa stare saldi sui propri piedi, come un re. I piedi hanno la funzione di “reggere” il corpo, di scaricare il peso, di contattare la terra, di ascoltarla (come fa l’orecchio con l’aria – la forma è simile), percepirne la dimensione sacra, danzare, tenere il ritmo. E allo stesso tempo esplorare lo spazio, coltivare il campo, costruire la casa. Essere nel regno è respirarne il profumo. La meraviglia della creazione vi affiora in molteplici forme, manifestando il suo potere curativo, come semplice paesaggio, come orizzonte, come inesauribile farmacia naturale. Un ambiente salubre e provvisto di bellezza è il primo requisito per la salute del corpo e dello spirito. La terra nutre e sostiene ogni pianta, accoglie e trasforma ogni cosa caduca.
Nella definizione di sistema vivente, l’elemento terra/natura/regno è lo spazio che interagisce con la forma viva, l’accoglie, la permea e la mantiene, nel tempo dato. E’ terrestre la natura dell’uomo “Adamah” terra umile e rossa di sangue. Tenere i piedi per terra è assai più che un buon consiglio. Con la loro forma germinale i piedi evocano l’origine dello sviluppo. Mettersi in piedi dà inizio al cammino.
Nella città di Rosa / 3
3. E nel sommesso vociare dei grilli
che ai lontani lampi s’accompagna,
nel richiamo, con curioso timore,
respirando dell’oscuro cielo
un alito solo, dietro i passi tuoi
ancora sul sentiero m’incammino
e come è dolce il profumo del mondo
e che calore nel cuore diffonde.
Dialettica
.. ” il ritmo di domande e risposte” … “Nessuna risposta è ultima. Quando viene confrontata con la realtà, stimola una domanda nuova, ma neanche la risposta a questa nuova domanda sarà ultima ” Pavel A. Florenskij “Dialektika”
sotto i limoni siede vuota una sedia in…
sotto i limoni
siede vuota una sedia
in faccia al sole
venti anni dopo ridono ancora gli occhi ci…
venti anni dopo
ridono ancora gli occhi,
ci s’incammina.
Nella città di Rosa / 2
2. Qualunque cosa sia che piove con le
foglie da un cielo così bianco e immenso,
in questa notte incantata di luna,
infuria sulla vita con violenza
e sotto il fango poi la seppellisce.
Qualunque cosa sia sento che viene
e fa l’anima fredda di paura.
Null’altro che una foglia appesa al vento.
Newton
… si divertiva a trovare di tanto in tanto un ciottolo più liscio o una conchiglia più bella del comune mentre il grande oceano della verità si stendeva sconosciuto davanti a me (I. Newton)
Rabbi Nahman
Tutte le medicine provengono dalla terra. (…) Ma ricorda che tutte le piante condividono la medesima radice divina (…) Rabbi Nahman.
Il dissidente
un punto solo,
fuori dalla linea,
s’interrogava .
Claude Bernard
“Il punto di appoggio dei corpi è il suolo che si tocca con il piede, il punto di appoggio della mente è quello che si conosce, cioè una verità o un principio presenti alla mente stessa. L’uomo può apprendere solo procedendo dal noto verso l’ignoto.”
Claude Bernard
La libertà della mente (di Edgar Morin)
La mente (mind) di un essere umano è nello stesso tempo la sede degli assoggettamenti e la sede della libertà. E’ la sede degli assoggettamenti quando è prigioniera della sua ereditarietà biologica, della sua eredità culturale, degli imprinting subiti, delle idee imposte, di un potere sotto forma di Super-io imperativo all’interno di se stessa. Quando alcuni cessano di essere assoggettati agli ordini, ai miti e alle credenze imposte e diventano alla fine soggetti interrogatori, allora comincia la libertà della mente. La libertà della mente è mantenuta, fortificata da:
-la curiosità e le aperture verso gli al di là (di ciò che è detto, conosciuto, insegnato, accettato);
-la capacità di apprendere da se stessi;
-l’attitudine a problematizzare;
-la pratica delle strategie cognitive;
-la possibilità di verificare ed elimimnare l’errore;
-l’invenzione e la creazione;
-la coscienza riflessiva, cioè la capacità della mente di auto-esaminarsi
e, per l’individuo, di auto-conoscersi, di auto-pensarsi, di auto
giudicarsi;
-la coscienza morale.
(Edgar Morin, da Il Metodo. 5 L’identità umana)
Nella città di Rosa /1
1. Nella città di Rosa sono giunto
al riparo della cerchia di mura
per dissetarmi alla fonte dei leoni.
Su per l’antica via dei pellegrini
al richiamo di tre belle campane
che ancora veleggiano nel cielo
fino agli alti faggi in cima al monte
sono venuto a togliermi la sete.
fiore di notte in cima al porto veglia…
fiore di notte,
in cima al porto veglia
piena la luna.
S. Weil
“C’è obbligo verso ogni essere umano, per il solo fatto che è un essere umano. Quest’obbligo non si fonda su nessuna situazione di fatto, su alcuna convenzione, quest’obbligo è eterno, risponde al destino eterno dell’essere umano, quest’obbligo non ha un fondamento bensì una verifica nell’accordo della coscienza universale, è espresso da taluni dei più antichi testi che si siano stati conservati, viene riconosciuto da tutti. Il fatto che un essere umano possieda un destino eterno, impone un solo obbligo: il rispetto. L’obbligo è adempiuto soltanto se il rispetto è effettivamente espresso in modo reale e non fittizio e questo può avvenire soltanto attraverso i bisogni terrestri dell’uomo. La coscienza umana su questo punto non è mai mutata. Migliaia di anni fa gli egiziani credevano che un’anima non potesse giustificarsi dopo al morte se non poteva dire: non ho fatto patire la fame a nessuno. E Cristo dice: Ho avuto fame e tu mi hai dato da mangiare”.
in ordine va sul ponte di fotoni tra…
in ordine va
sul ponte di fotoni
tra zero ed uno
Riluce l'ora Dal fosso il biancospinolo sguardo inneva
Riluce l’ora.
Dal fosso il biancospino
lo sguardo inneva.
Italicum? Solo con le preferenze.
carissimo Raffaele,
naturalmente sai quanto apprezzi Roberto Giachetti . Se ho cominciato a digiunare la domenica è stato per sostenere la sua coraggiosa battaglia per l’abolizione del porcellum. Apprezzo anche che si cerchi di approvare la legge elettorale con la più ampia condivisione possibile. E non mi scandalizza che lo si faccia con Berlusconi.
Dove sta il problema allora? Nel risultato dell’accordo, che se da un lato garantisce la governabilità, dall’altro mortifica di brutto la rappresentatività del Parlamento e lo condanna a rimanere emanazione della volontà dei capi partito, con gli eccessi, che sono tristemente sotto i nostri occhi, propri della deriva del M5S. Di fatto, mancando “il sostegno della indicazione personale dei cittadini*” persisterebbe la “ferita” alla logica della rappresentanza prevista dalla Costituzione. Di fatto i deputati non dovrebbero rispondere al popolo ma solo al proprio Segretario di partito. La parola democrazia ne risulterebbe sostanzialmente svuotata. I guasti prodotti dal porcellum diverrebbero norma. Non so se liste bloccate di più di 2-3 nomi per collegio plurinominale possano essere considerate costituzionalmente legittime. L’Italicum si può ancora cambiare al Senato, permettendo l’espressione di una sola preferenza o di una doppia preferenza di genere. Mi aspetto che accada, che Berlusconi voglia oppure no. Altrimenti la separazione della classe politica dagli interessi popolari non potrà che accrescersi nel tempo, con perdita progressiva di legittimità e spinte sempre più populistiche e distruttive. Non bastano i professionisti della politica, occorre che rappresentino parti reali di popolo. Per questo continuerò a non ritenermi soddisfatto dall’approvazione dell’Italicum.
Con affetto.
P
PS
Ho pensato che fosse bene fare una nota dallo scambio di commenti avuto con Raffaele Pizzati in merito all’Italicum.
* Sentenza della Corte Costituzionale n. 1/2014
La Sentenza fa altresì riferimento al termine “esiguo”. Ricordo che etimologicamente tale termine deriva dal lat. exiguus prop. pesato, misurato, esatto, preciso . Ciò significa che i nominativi della lista bloccata non debbono essere più del degli eletti nel collegio. Ripescare a livello nazionale i non eletti sarebbe temo una forzatura inaccettabile, non potendo “garantire” … “l’effettività della scelta e la libertà del voto” (al pari di quanto accade nel caso dei collegi uninominali)”
Dodicesima domenica di digiuno per un Parlamento degno di questo nome
Bella giornata. Bella domenica. La dodicesima che trascorrerò in digiuno, chiedendo l’approvazione di una legge elettorale che restituisca agli Italiani il potere di eleggere liberamente i propri rappresentanti: così da avere finalmente un Parlamento di eletti e non di nominati. Lo faccio perché è necessario. La distanza tra partiti e popolo è attualmente enorme ed in continua crescita. Ovunque fioriscono populismi, ignoranza, grettezza d’interessi ed arroganza. La fiducia è un bene raro. L’azione di governo fatica ad essere apprezzata. Nessun leader può contare oggi sul tempo, per convincere. Ha una sola chance: essere credibile in ogni atto. Ciò che decide deve avere sempre un fondamento di giustizia. Nessuna legge elettorale potrà essere considerata giusta se non restituirà al popolo sovrano il potere di scegliere i nomi di chi siederà in Parlamento. Tutto il resto viene dopo. Io continuerò a digiunare tutte le domeniche, per esercitare quel diritto di voto, per cui molti hanno combattuto prima di noi, da libero cittadino italiano.
New York 8.3.1908 15000 donne marciano per riduzione…
New York, 8.3.1908: 15000 donne marciano per riduzione ore di lavoro, paghe migliori, diritto di voto e tutela minori pic.twitter.com/kjdcQzWgbf
— Pasquale Valente (@pvalente) 8 Marzo 2014
Tweets scelti del primo anno (2007-2008)
Sento la mancanza della lezione non tenuta da Calvino sulla “”consistency”
mi sento più leggero… ho liberato le tasche dalla materia oscura, ora c’è spazio per le ragnatele
“il filo della scrittura come metafora della sostanza pulviscolare del mondo”” (Calvino)
il vecchio Basho sullo stretto sentiero per Oku
troppe tasse: la quota di salario che serve per la sopravvivenza propria e della famiglia non dovrebbe essere tassata
chiudo, m’incammino, corro, scappo, fuggo, m’involo… oltre l’arcobaleno, che non c’è: baci alle ragazze
che resta di oggi? i campi di girasole dalla faccia bruciata.
A single evening can leave its wound in the soul. by Meng Jiao (8th century AC)
m’ interrogo: la nostra società ha ancora bisogno di poeti?
facce metropolitane : per molti è così difficile la vita
la mente vola sopra un lago turchese…molto lontano
mi viene incontro una nuvola in fiore in piena luna
la parola entusiasmo deriva etimologicamente da en – theos, come dire: divinamente ispirati, pieni di dio
con corpo, mente e parola, possa sempre, istantaneamente e spontaneamente, fare il bene per tutti gli esseri viventi
giornata assolata, frizzante, allegra, disincantata, semplice
week-end sugli ulivi, di ritorno dal paradiso
il tempo che manca è quello che resta
non chiudersi all’interno e non perdersi nel mondo, rilassato e attento
ieri ho compiuto 50 anni. il regalo più bello me l’ha fatto mio figlio david, meraviglioso undicenne, componendo un haiku per me
dice la Weil “”la bellezza è l’armonia del caso e del bene””. ogni occasione è quella giusta
ahi pioppo nero e tu salice olmo non…
ahi pioppo nero,
e tu salice, olmo,
non disperate.
chi sono chiedo oltre il vuoto e il…
chi sono – chiedo –
oltre il vuoto e il silenzio
che resta di noi?
SPAZI ANIMATI IN CONTINUO DIVENIRE In cosa la…
SPAZI ANIMATI IN CONTINUO DIVENIRE
In cosa la salute dei pesci, dei cavalli e degli umani differisce? Come non mai la complessa natura del vivente si mostra oggi allo sguardo della scienza. Tradizione e innovazione si ritrovano a dialogare sullo stesso piano. Si parlano con codici finalmente comprensibili, si sostengono nel comune sforzo di dare senso a quella montagna di informazione che quotidianamente si raccoglie, di fiore in fiore, negli alveari della scienza. Come un’ape mi muove il piacere di assaporare l’inebriante dolcezza della moltitudine di molecole (informative) che diffondono nell’ambiente culturale del nostro tempo. Misterioso come ogni altro tempo. Così vado raccogliendo gli sparsi frammenti di questo dialogo ininterrotto per farne coerenti strumenti di consapevolezza. Ho ben presente che questi miei sforzi sono poca cosa dinanzi alla complessità della materia, eppure trovo ineludibile l’impegno a portare il mio granello di idee nel mandala universale. Nei molti anni di studio, meditazione e pratica ho maturato la convinzione che occorra liberamente ricercare le parole più adeguate a descrivere rigorosamente “salute e malattia”, senza scorciatoie deterministiche. Una epistemologia della complessità ha bisogno di uno sguardo limpido, capace di vedere insieme le cellule e il disegno che le sostiene. Spazi animati in continuo divenire. Sapremo esserlo coscientemente?
raccoglie gocce di profumata ambrosia l’umile vaso
raccoglie gocce
di profumata ambrosia
l’umile vaso