Sulla via di casa trasparenze d’autunno, foglie d’ippocastano imbevute di luce, freddo sulle dita, gli occhi allargati da nuvole vaganti. Respiro appena. Mi sporgo sul silenzio ancora un poco, tastando all’oscuro il volto che prende il novello grano di tempo che mi brucia. E ancora. Ancora mi sorprendo. Come? Un cartellone della pubblicità recita “il sogno più grande è sempre a puntate”. Mah! Poco più, poco meno, televisione è questo mondo affannoso, suddiviso, riflesso, incatramato fin nella carne. Beati gli storni liberi (?) che disegnano puntiformi frattali viventi. Per nulla? E noi? Di cosa siamo partecipi? Quale disegno ci comprende?
apertura bellissima. Grazie.
Beatrice