Sulla via di casa trasparenze d’autunno, foglie d’ippocastano imbevute di luce, freddo sulle dita, gli occhi allargati da nuvole vaganti. Respiro appena. Mi sporgo sul silenzio ancora un poco, tastando all’oscuro il volto che prende il novello grano di tempo che mi brucia. E ancora. Ancora mi sorprendo. Come? Un cartellone della pubblicità recita “il sogno più grande è sempre a puntate”. Mah! Poco più, poco meno, televisione è questo mondo affannoso, suddiviso, riflesso, incatramato fin nella carne. Beati gli storni liberi (?) che disegnano puntiformi frattali viventi. Per nulla? E noi? Di cosa siamo partecipi? Quale disegno ci comprende?
Mese: novembre 2008
In mezzo alla polvere del quotidiano capita di…
In mezzo alla polvere del quotidiano capita, di tanto in tanto, di vederci chiaro. Succede che un “qualcosa” (pensiero, emozione, sensazione) risvegli l’attenzione, mi riporti alla domanda: “che sta succedendo?” Un inquinante mentale (un moto d’avversione, un particolare attaccamento, uno scatto d’ira, uno stato di confusione), un moto di meraviglia, emerge così dall’oscurità. Il passo successivo è la visione dello stato mentale, il ritorno ad un respiro consapevole (una vera zattera sul fiume). Così la mente si svuota e si raccoglie nel profondo (raggiunge l’altra sponda) in uno stato di pace e gratitudine. Così, d’arcipelago in arcipelago, lungo il giorno.
prendo rifugio in un raggio di sole prima…
prendo rifugio
in un raggio di sole,
prima di sera.