Provare ansia è divenire prigionieri d’una confusione oppressiva, dell’esasperazione del bisogno di esplorare, d’un ricercare che non trova appagamento. Tale irrequietezza mentale è figlia del desiderio di possedere il risultato della ricerca, intellettuale o materiale che sia, di mettere un punto sicuro ai propri assilli. Vuotare la mente è la cura.
Un buon modo di cominciare è portare attenzione, ad ogni passo, al contatto del piede con la terra, oppure al singolo respiro, così da concentrare l’attività mentale nell’osservazione nuda e cruda delle sensazioni corporee, lasciando cadere ogni proliferazione mentale. Una mente svuotata resta con quel che c’è, senza ansia.
Om mani padme Hum.