E cos’è più necessario che l’essere, semplicemente e con dignità, se stessi?
E raccogliersi in ascolto, senza pretese nè giudizi, e stare con la realtà che ci comprende, oltre il fragile sguardo? Come tacere? Ovunque è sofferenza e bellezza. Per cosa agita il tiranno la sua ombra? L’insanguinato calpestio dei potenti riaffiora di nuovo con orrore e sotterra sogni di carne nelle fosse e getta madri e padri nello sconforto. Perchè succede? Da dove rigenera questo male? Mi chiedo in che modo sottrarci alla complicità del consumo di quell’oro nero appestato dalle guerre. Dormiamo un sonno terribile, sull’orlo dell’inferno quotidiano.