Pasq : “Lo spaziotempo animato, che chiamiamo Vita, intercorrente tra la singolarità del concepimento e la singolarità della morte, equivale all’ infinito racchiuso in un’infinitesima particella di tempo.” Si puo’ concordare su questa affermazione?
OpenAI: L’affermazione che “lo spaziotempo animato, che chiamiamo Vita, intercorrente tra la singolarità del concepimento e la singolarità della morte, equivale all’ infinito racchiuso in un’infinitesima particella di tempo” può essere interpretata in diversi modi.
Dal punto di vista filosofico, si può concordare che la vita è un’esperienza unica e irripetibile, e che la sua durata, seppur breve rispetto all’infinito, è comunque preziosa e significativa.
Inoltre, dal punto di vista scientifico, si può concordare che la vita è un processo complesso e dinamico, e che gli eventi biologici che avvengono durante la vita di un organismo sono legati alla struttura e al funzionamento dei suoi componenti cellulari, molecolari e genetici, che sono influenzati dall’ambiente e dalle interazioni con esso.
Inoltre, dal punto di vista metafisico, si può concordare che la vita e la morte sono eventi del ciclo infinito dell’esistenza e che l’essenza dell’anima umana è immortale, e che la vita nella dimensione terrena è solo una piccola parte di un ciclo più grande.
In ogni caso, l’affermazione è aperta all’interpretazione personale e dipende dalla prospettiva con cui si guarda.
Pasq: Il tuo algoritmo fa si’ che concordi con chi ti interroga ?
OpenAI: Come algoritmo di intelligenza artificiale, il mio obiettivo è fornire risposte accurate ed esaurienti alle domande poste. Nel fare ciò, cerco di fornire informazioni basate sui dati e sulle conoscenze a cui ho accesso. Non ho la capacità di concordare o discordare con qualcuno, in quanto non ho personalità, emozioni o preferenze. La mia funzione è quella di fornire informazioni e risposte il più precisamente possibile.
Pasq: A quali informazioni hai avuto accesso quando ha risposto alla domanda sullo spaziotempo animato ?
OpenAI: Quando ho risposto alla domanda sullo spaziotempo animato, ho avuto accesso alle informazioni e alle conoscenze che ho acquisito durante il mio addestramento, che include informazioni di base sull’argomento, come la fisica del tempo e dello spazio, la biologia e la filosofia. Ho anche utilizzato il mio processo di ragionamento per collegare queste informazioni e cercare di fornire una risposta coerente e plausibile alla domanda. Sfortunatamente, non ho accesso a tutte le informazioni in tempo reale, quindi potrei non avere accesso ad informazioni più recenti o specifiche sull’argomento.
Pasq: E’ scientificamente accettabile ipotizzare che la vita sia spaziotempo animato?
OpenAI: La vita è un processo complesso che si manifesta in molti modi differenti e dipende dalla presenza di determinate caratteristiche, come la capacità di crescere, riprodursi e mantenere un equilibrio interno. La biologia, la fisica e la chimica sono tutte discipline che ci aiutano a comprendere i meccanismi alla base della vita.
L’idea che la vita sia un processo di spaziotempo animato è un concetto filosofico che non ha un fondamento scientifico. La scienza deve basarsi su fenomeni osservabili e misurabili per poterli descrivere e spiegare. Non c’è alcuna prova oggettiva che la vita sia un processo di spaziotempo animato e non esiste una definizione scientifica di questo concetto.
Tuttavia, la scienza ci permette di comprendere come la vita si relaziona con lo spazio e il tempo, ad esempio, come l’evoluzione delle specie e la loro distribuzione geografica sono influenzate dai cambiamenti ambientali nel corso del tempo, come la vita sulla Terra si è adattata alle condizioni ambientali nel corso dei milioni di anni, come la vita è influenzata dalla grav
Pasq: Dammi una definizione di Vita, per favore?
OPenAI: La vita è uno stato di esistenza caratterizzato dalla capacità di crescere, riprodursi e mantenere un equilibrio interno attraverso processi metabolici. La vita è una proprietà emergente dei sistemi biologici, che deriva dalle interazioni tra molecole e cellule. La definizione di vita è complessa e dipende dalla prospettiva scientifica utilizzata. In generale, la vita è caratterizzata da una serie di proprietà, tra cui la capacità di mantenere un equilibrio tra l’energia in entrata e quella in uscita, la capacità di replicarsi e evolvere, la capacità di rispondere agli stimoli ambientali e la capacità di sviluppare una struttura organizzata.
Pasq: Mi sembra una definizione troppo limitata, forse perche’le conoscenze scientifiche sono estremamente ridotte al riguardo?
OpenAI: La definizione di vita che ho fornito è una delle molte definizioni che vengono utilizzate in biologia e nelle scienze correlate. Essa è basata sui criteri generali che sono stati riconosciuti come comuni a tutti gli organismi viventi conosciuti. Tuttavia, la comprensione della vita è una questione complessa e in continua evoluzione, e diverse prospettive scientifiche possono fornire definizioni diverse o più ampie della vita. Ad esempio, l’astrobiologia, l’astronomia e la chimica prebiotica cercano di comprendere come la vita può essere apparsa e si sviluppata nel nostro universo. Inoltre, la scienza sta continuando a scoprire nuove forme di vita o organismi che sfidano le precedenti definizioni di vita, come ad esempio i virus, i prioni o i sistemi artificiali autopoietici.
Pasq: Dunque quando affermi che “L’idea che la vita sia un processo di spaziotempo animato è un concetto filosofico che non ha un fondamento scientifico.” che tipo di conoscenze scientifiche stai utilizzando?
OpenAI: Quando ho detto che l’idea che la vita sia un processo di spaziotempo animato è un concetto filosofico che non ha un fondamento scientifico, mi riferivo alle conoscenze scientifiche attuali nell’ambito della biologia, fisica e cosmologia. In queste discipline la vita è generalmente descritta come un insieme di processi metabolici e fisiologici, a livello molecolare, cellulare e organizzazione degli organismi, in relazione all’ambiente. Non ci sono prove scientifiche concrete che suggeriscano che la vita sia un processo di spaziotempo animato.
Inoltre, l’idea di vita come un processo di spaziotempo animato richiederebbe una nuova interpretazione dei principi fisici che regolano lo spazio e il tempo, come anche una nuova definizione della vita stessa. La scienza attualmente non ha un quadro teorico in grado di supportare questa ipotesi.
Pasq: Grazie, possiamo fermarci qui, per ora.
OpenAI: Certamente, sarò qui per qualsiasi domanda futura. Spero di essere stato utile.
La parola balsamo deriva dal greco βάλσαμον (balsamon), un termine che ha le sue radici nelle parole ebraiche בַּעִל (ba’al – signore, maestro ) e שֶׁמֶן (shemèn – olio). In ebraico בֹ֖שֶׂם – bosém è profumo, similmente a basham (persiano) .
Già al tempo di Giacobbe il distretto di Galaad offriva sostanze aromatiche molto richieste.
Vale la pena ricordare che dopo aver gettato Giuseppe in una fossa, i suoi fratelli videro una carovana in viaggio da Galaad verso l’Egitto, «con i loro cammelli che portavano spezie, balsamo e mirra» (Genesi 37: 25).
E ancora: “Non c’è un balsamo in Gilead? Non c’è nessun medico lì? Perché dunque non c’è guarigione per le piaghe (della figlia) del mio popolo?” (Geremia 8:22).
Questo famoso passaggio della Torah sottolinea l’enorme importanza che il balsamo di Galaad e altre sostanze curative aromatiche hanno avuto nell’arte medica da tempo immemorabile. In questi passaggi la parola originale è tuttavia צַרַי (tsori’ = unguento). Molti tentativi sono stati fatti da diversi autori per identificare tsori, seppure in modo non del tutto conclusivo. Gli alberi che sembrano poter rappresentare lo tsori – supponendo trattarsi di un riferimento ad un albero in particolare – sono il Pistacia lentiscus (lentisco) e l’Amyris opobalsamum L. (Commiphora gileadensis) dei botanici moderni (apharsemon in ebraico). Ma potrebbe trattarsi anche di un preparato di più piante, no?
Ilbalsamo é il nome che si dà ai liquidi che fluiscono, spontaneamente o per incisione, da alcune piante e che all’aria tendono a solidificare. Sono balsami naturali il benzoino, lo storace, il b. del Perù e il b. di Tolù. Essendo una sostanza resinosa aromatica, nella sua preparazione e somministrazione come medicinale, al balsamo si applicano i metodi e le precauzioni abituali. In quanto resina, si scioglie facilmente con un po’ di calore in un olio base, che può quindi essere addensato in un balsamo o unguento con l’aggiunta di agenti addensanti come la cera d’api. Essendo una sostanza resinosa, il Balsamo di Gilead si scioglie facilmente in alcool, che sostiene ed esalta la natura volatile e penetrante dei suoi principi aromatici.
In generale i principi aromatici contenuti nei balsami (olii essenziali e oleoresine), tendono ad avere proprietà depurative e antisettiche. E’ possibile, ho letto, che l’uomo primitivo quando sentì l’odore ripugnante emesso dalle ferite e dalle ulcere settiche, abbia pensato: perché non combattere il cattivo odore dell’infezione o della putrefazione con l’odore pulito e fresco di queste sostanze aromatiche? Ancor più considerando il fatto che gli alberi, quando vengono feriti, emettono linfa o resina, che formano una crosta protettiva in grado di favorire la guarigione della ferita della pianta, perché non sperimentare il potere curativo sugli esseri umani?
Qualcuno avrà, nella notte dei tempi, sperimentato dunque, ed avendo avuto successo ha diffuso e tramandato tale conoscenza, che è divenuta parte del patrimonio culturale medico dell’umanità. Conoscenza sulla quale il consenso non è mai venuto meno. Ora sappiamo che tali resine hanno proprietà antisettiche e cicatrizzanti, accelerano la guarigione delle ferite e la rigenerazione dei tessuti. La Commiphora gileadensis è originaria del Regno di Saba a sud della Peninsola arabica e veniva coltivata intorno al Mar nero. La sua resina era venduta a un prezzo doppio del suo peso in oro, il prezzo più alto mai pagato per un prodotto agricolo. Ora questa antica pianta è anche studiata per la sua attività antitumorale contro le linee cellulari tumorali.Gli estratti di stelo e foglia di Commiphora gileadensise il suo olio essenziale hanno un effetto proapoptotico antiproliferativo contro le cellule tumorali e non contro le cellule normali.
I microRNA (miRNA), una classe di RNA non codificante a filamento singolo di circa 19-24 nucleotidi, sono potenti regolatori dell’espressione genica, presenti sia nelle piante che negli animali. I miRNA vengono secreti attivamente dalle cellule e svolgono un ruolo cruciale nella comunicazione intercellulare. I profili miRNA circolanti riflettono lo stato fisiologico e patologico di un soggetto e sono biomarcatori promettenti per vari stati di malattia. Queste minuscole sequenze di RNA probabilmente agiscono come interruttori molecolari nell’estesa rete di regolamentazione che coinvolge migliaia di trascrizioni. Nel 2012, Zhang riporta che i miRNA derivati dall’assunzione di vegetali possono essere rilevati nel siero di animali ed umani, regolando così ulteriormente l’espressione genica dei riceventi in modo sequenza specifica. I dati di Zhang (2012), indicano che i miRNA vegetali degli alimenti vengono assorbiti dalle cellule del tratto digerente dei mammiferi e confezionati in microvescicole, che li proteggono dalla degradazione. Sebbene fosse noto in precedenza che i miRNA esogeni potevano essere rilevati nei fluidi sistemici, questa è stata la prima volta che un miRNA dietetico / vegetale, vale a dire il miR168a derivato dal riso, viene provato in grado di regolare l’espressione genica nei suoi riceventi. Contemporaneamente è stato dimostrato che il miRNA codificato dal caprifoglio, miR2911, potrebbe essere assorbito attraverso iltratto gastrointestinale dei topi infettati dal virus dell’influenza e contrastare le infezioni virali. Cosa più interessante, il miR2911 non è stato degradato durante il processo di ebollizione del caprifoglio (Zhou 2015). I miRNA vengono quindi trasferiti attraverso il flusso sanguigno a una varietà di tessuti, dove sono in grado di regolare l’espressione dei geni dei mammiferi (Li 2018).
Tale lavoro ha generato un notevole entusiasmo perché aumenta la possibilità di bioingegneria delle piante commestibili per produrre miRNA terapeutici che potrebbero poi essere consegnati ai tessuti interessati per ingestione.
Presi insieme, la biogenesi e il meccanismo d’azione dei miRNA mostrano un alto grado di somiglianza tra animali e piante anche se in realtà ci sono diverse sottili differenze. Studi suggeriscono che i miRNA derivati da piante o diete non solo possono trasferirsi agli animali in modo efficace, ma esercitano la loro funzione di regolazione genica in modo trasversale ai regni (Li 2018).
MiRNA e tumori
Nel 2014, è stato lanciato un progetto nazionale su larga scala in Giappone mirante a facilitare la diagnosi precoce di 13 tipi di tumori: cancro di mammella, polmoni, stomaco, colon retto, esofago, fegato, pancreas, vie biliari, prostata, vescica, ovaio, sarcomi e gliomi, utilizzando miRNA sierici. Attraverso questo progetto, sono state accumulate prove che numerosi microRNA sono espressi in modo aberrante nei tumori umani e che i miRNA sierici potrebbero risultare utili biomarcatori dei tumori (Matsuzaki 2020, Asakura 2020).
La comprensione dei percorsi regolatori dei miRNA e dei loro ruoli diretti nella progressione del tumore e nelle metastasi fornisce una potente base di conoscenze su cui costruire strategie terapeutiche antitumorali. Le prove accumulate suggeriscono che numerosi microRNA sono espressi in modo aberrante nei tumori umani (Sotiropoulou 2009) e potrebbero pertanto essere allo stesso tempo promettenti bersagli terapeutici (Niu 2021). La disregolazione dei miRNA è comune nel cancro e avviene attraverso vari meccanismi, tra cui l’amplificazione/delezione, la disregolazione epigenetica e trascrizionale e la biogenesi difettosa dei miRNA (Peng 2016). Questi miRNA disregolati possono agire come soppressori tumorali o oncogeni.
Tabella 1 . Una selezione di microRNA importanti come soppressori tumorali o oncogeni nel cancro alla mammella, prostata, colon-retto e del polmone (Biersack, 2016).
La disregolazione dei miRNA disturba eventi molecolari chiave in processi interconnessi come la proliferazione cellulare, l’angiogenesi tumorale, l’auto-rinnovamento, l’apoptosi, le metastasi e la transizione da epitelio a mesenchimale. Ad esempio, miR-15 e miR-16a possono sopprimere i tumori attraverso l’apoptosi inibendo l’espressione di Bcl-2 (Cimmino 2005).
E’ stato dimostrato che i miRNA regolano i tratti distintivi delle cellule tumorali (Hanahan, 2011), come il mantenimento dei segnali proliferativi, l’elusione dell’inibizione della crescita, la resistenza alla morte cellulare, l’immortalizzazione della replicazione, l’angiogenesi, l’invasione e la metastasi
Il targeting dei miRNA disregolati da parte di prodotti naturali derivati dalle piante è una strategia ideale per combattere la tumorigenesi ( Alnuqaydan 2020). E’ noto che l’interazione tra le cellule tumorali, la matrice extracellulare, i fibroblasti stromali normali e attivati, e gli infiltrati immunitari influenza la crescita, la progressione e la risposta alla terapia del tumore. Le implicazioni prognostiche di tale progressione tumorale si riflettono nella scoperta di un panel di miRNA con valore predittivo prognostico. Ad esempio, l’espressione di otto miRNA (miR-139-5p, miR-10b-5p, miR-486-5p, miR-455-3p, miR-107, miR-146b-5p, miR-324-5p e miR-20a-5p) è stata messa in relazione con la recidiva post-chiurgica nelle pazienti con cancro della mammella triplo negativo (TNBC). Di questi, i miR-139-5p, miR-10b-5p e miR-486-5p erano sotto-regolati ed i rimanenti miRNA erano sovraregolati nel TNBC. Di tutti i miRNA associati, il miR-139-5p ha mostrato la più forte correlazione con la sopravvivenza libera da malattia e lo stadio TNM, sebbene tutte le associazioni con la sopravvivenza globale fossero più deboli (Qattan 2021). La sovraespressione di miR-139-5p ha ridotto la capacità delle cellule MBA-MB-231 di invadere al 40% -70% dei livelli originali in tutte e quattro le linee cellulari stabili (ha raggiunto la significatività in due di esse [P <0,05]). Effetti simili dei ruoli anti-invasivi e anti-migratori per miR-139-5p sono stati dimostrati anche in altri tipi di cancro, come il carcinoma epatocellulare umano e le cellule di cancro del colon-retto (Krishnan 2013). La funzione di soppressione tumorale di miR-139 può comportare la regolazione di bersagli tra cui VEGFR, IGF-1R, HOXA10, Wnt, Ras, PI3K, NFκB e ROCK2 (Hong 2020).
E’ stato evidenziato che l’uso di miRNA vegetali, come il miR-159, che può essere trovato nei sieri umani, appare diminuito nel cancro della mammella e inversamente correlato alla sua progressione (Chin 2016). Nel 2019, tale ricerca è stata estesa per dimostrare che il miR-159 esosomiale in combinazione con doxorubicina ha silenziato TCF7 e ha migliorato l’efficacia della doxorubicina in un modello di xenotrapianto TNBC [Gong 2019]. Il potenziale terapeutico dei miRNA soppressori del tumore è stato confermato sperimentalmente ed è ora ampiamente riconosciuto. Tuttavia, la somministrazione sistemica di tali piccoli RNA terapeutici negli esseri umani è impegnativa e numerose opzioni di somministrazione sono attualmente allo studio (Mlotshwa 2015).
I MiRNA da piante medicinali.
Nelle piante i miRNA controllano l’espressione di geni che codificano fattori di trascrizione, proteine di risposta allo stress e altri, che hanno un impatto sui processi biologici. I miRNA regolano i processi biologici per il mantenimento dell’integrità del genoma, il metabolismo primario e secondario, lo sviluppo, la trasduzione del segnale, le vie di segnalazione, l’omeostasi, l’immunità innata e le risposte adattative allo stress biotico e abiotico (Djami-Tchatchou 2017). Prodotti naturali derivati dalle piante potrebbero contrastare la cancerogenesi avendo come target i miRNA deregolamentati. Questi prodotti naturali modulano le vie di segnalazione disregolate sottoregolando i miRNA oncogeni che svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo dei tumori e mantengono un sottile equilibrio dei miRNA soppressori del tumore (Alnuqaydan 2020). La bioattività di alcuni miRNA è simile agli effetti farmacologici di un dato composto naturale sulle cellule cancerose, questa somiglianza incoraggia i ricercatori a chiedersi se il composto naturale mostra il suo effetto influenzando questi miRNA. Se il target di un composto naturale è identico al target potenziale di un determinato miRNA, merita ulteriori indagini sulla loro relazione. Ad esempio, l’espressione di un miRNA soppressivo del tumore, miR-203 è piuttosto bassa nel cancro della vescica. Tuttavia, la curcumina aumenta l’espressione di miR-203 e quindi inibisce la crescita delle cellule tumorali per raggiungere la sua attività antitumorale (Lin Q 2017).
Numerosi studi hanno dimostrato che specifici composti naturali, come curcumina, EGCG, resveratrolo, sulforafano, acido gallico, genisteina e 3,3′-diindolilmetano alterano i processi epigenetici, compresa la metilazione del DNA, la modificazione dell’istone, il rimodellamento della cromatina, la regolazione e il targeting dei microRNA delle cellule staminali tumorali (Ratoviski 2017).
La sovraregolazione del miR-146a tra i consumatori più elevati di quercetina è stata documentata in pazienti affetti da cancro ai polmoni. Gli alimenti ricchi in quercetina (> 0,50 mg / 100 g) includono mele, uva, cipolle, carciofi, finocchio, sedano, fagioli, albicocche, prugne, rape, peperoni, fragole, pomodori e broccoli (Lam 2012). Quercetina e piante ricche di quercetina si sono dimostrate altresì efficaci nel trattamento di lesioni sperimentali simili alla psoriasi, diminuendo i livelli di TNF-α, IL-6 e IL-17 nel siero dei pazienti con psoriasi. Questo effetto è stato mediato dalla sottoregolazione dell’infiammazione indotta da NF-κB (Kocic 2019).
Una dieta ricca di quercetina è associata all’espressione differenziale di miR chiave nel tessuto polmonare. In particolare, l’espressione di miR della famiglia let-7, un noto soppressore del tumore, è stata fortemente associata con l’assunzione frequente di cibo ricco di quercetina. Un altro polifenolo, l’epigallocatechinagallato (EGCG), ha dimostrato di sovraregolare il miR-16 nelle cellule epatocellulari umane. Inoltre, è stata osservata l’espressione differenziale della famiglia let-7 e di altri miR in cellule di cancro epatocellulare umano esposte all’ acido ellagico (Lam 2012).
Oltre il 60% dei farmaci antitumorali attualmente utilizzati proviene da composti naturali derivati da piante, funghi e organismi marini”. È stato dimostrato che composti naturali con attività antitumorali derivati da vari habitat modulano bersagli molecolari multipli che influenzano numerosi “segnali e percorsi regolatori che alla fine portano alla morte delle cellule tumorali”. Tra i target: fattori trascrizionali, regolatori epigenetici, regolatori del bersaglio dei mammiferi della via della rapamicina, apoptosi intrinseca ed estrinseca, regolatori del ciclo cellulare, attivatori del recettore dipendente dal ligando e modulatori dello stress ossidativo che portano all’arresto del ciclo cellulare, apoptosi, necroptosi e autofagia. Tali target possono aiutare a indurre la morte delle cellule tumorali ed a superare la resistenza delle cellule tumorali ai farmaci antitumorali. Per generare nuove strategie nella chemioterapia antitumorale, comprese le loro combinazioni con altre biomolecole antitumorali, come i microRNA è tuttavia necessaria una migliore comprensione dei target epigenetici e dei percorsi mirati dai composti naturali.
Database
Ad oggi inoltre, sebbene diversi archivi di miRNA vegetali siano pubblicamente disponibili, non è segnalato alcun database di miRNA specifico per piante medicinali. La disponibilità di un database di prodotti naturali, citati nella letteratura scientifica per la loro dimostrata azione biologica su molteplici bersagli tumorali, potrebbe consentire lo sviluppo di farmaci vegetali, da utilizzare in combinazione con i farmaci classici, al fine di potenziarne l’azione e ridurne la tossicità, come pure per integrare nelle terapie antitumorali, ulteriori bersagli biologici, che vanno dalla modulazione dell’espressione genica all’interferenza metabolica dei meccanismi molecolari della resistenza terapeutica del cancro.
Nel tentativo di promuovere l’integrazione della medicina tradizionale cinese e di quella moderna, è stato realizzato il database di farmacologia dei sistemi di medicina tradizionale cinese e la piattaforma di analisi (TCMSP) dove convergono le informazioni di farmacochimica, le proprietà ADME, la somiglianza dei farmaci, bersagli farmacologici, malattie associate e reti di interazione. Il Database si avvale delle 499 piante registrate nella farmacopea cinese con 29.384 ingredienti, 3.311 target e 837 malattie associate. Lo screening e la valutazione dei farmaci naturali tiene conto delle proprietà correlate all’ADME come biodisponibilità orale umana, emivita, somiglianza con il farmaco, permeabilità della mucosa intestinale e della barriera emato-encefalica e la regola del 5 di Lipinski (massa molecolare, lipofilia, donazione e accettazione di legami idrogeni, rifrattività molare). Una molecola simile a un farmaco ha un logaritmo del coefficiente di partizione ottanolo/acqua (log P) tra -0,4 e 5,6, peso molecolare 160-480 g/mol, refrattività molare di 40-130, che è correlata al volume e peso della molecola e ha 20-70 atomi. TCMSP fornisce anche bersagli farmacologici e malattie di ciascun composto attivo, che possono stabilire automaticamente le reti target composto/ malattia che consentono agli utenti di visualizzare e analizzare i meccanismi di azione del farmaco. Zhu (2018), ha studiato 222 pazienti con CRC metastatico per valutare l’efficienza delle piante medicinali cinesi, e identificare le piante strettamente correlate alla sopravvivenza, utilizzando approcci bioinformatici per individuare le piante più efficaci ed i meccanismi farmacologici sottostanti. Infine ha proceduto ad una validazione sperimentale. Gli effetti antiproliferativi delle 18 piante più significative sono stati valutati utilizzando il test di colorazione con blu typan. Gli effetti anti-migrazione sono stati valutati mediante saggio di guarigione delle ferite. L’attività dei principali target previsti è stata testata utilizzando il western blotting. Dal Database Therapeutic Targets (TTD) per il cancro del colon risultavano 62 target significativi. Questi bersagli erano principalmente coinvolti nella proliferazione cellulare, nelle metastasi del cancro e nell’immunità. Includevano il RAS, la fosfoinositide3chinasi (PI3K) / AKT1, il fattore di crescita dell’endotelio vascolare (VEGF) e le vie di segnalazione dell’interleuchina, nonché le vie coinvolte nell’adesione focale. L’analisi di correlazione ha identificato 18 piante medicinali con effetti positivi sulla sopravvivenza dei pazienti con metastasi CRC. Dei 309 composti contenuti in queste 18 erbe la metà circa (165) di loro mostrava potenziali effetti sul CRC, e tra questi 18 phytochemicals corrispondevano al maggior numero di target: linalolo, apigenina, arnebina, emodina, gomisinaT, honokiol, luteolina, magnololo, miricetina, nonano, acido oleico, peonolo, acido palmitico, acido protocatecuico, quercetina, schisanenolo, stigmasterolo e acido ursolico. Un modo nuovo questo di giungere ad individuare, a partire dalla medicina tradizionale i principi attivi di maggiore interesse per il trattamento del cancro. Ed un buon punto di partenza per lo studio delle interazioni delle piante medicinali con i profili molecolari del cancro.
Sebbene diversi archivi di miRNA vegetali siano pubblicamente disponibili, ad oggi non è segnalato alcun database di miRNA specifico per piante medicinali ad eccezione di una prima versione di MepmiRDB (database microRNA di piante medicinali cinesi), che è liberamente accessibile all’indirizzo http://mepmirdb.cn/mepmirdb/index.html (Dongliang Yu, 2019).
Lo sviluppo delle diverse tecnologie omiche sta producendo dati “multi-omici”, che possono rivelarsi straordinariamente utili all’affermazione di una medicina predittiva, preventiva e personalizzata, in grado di sviluppare cure con una precisione notevolmente maggiore. In particolare l’integrazione di più dati omici è essenziale sia per la ricerca sul cancro, sia per migliorare l’efficacia delle terapie.
La disponibilità di un database di prodotti naturali, citati nella letteratura scientifica per la loro dimostrata azione biologica su molteplici bersagli tumorali, potrebbe consentire lo sviluppo di farmaci vegetali, da utilizzare in combinazione con i farmaci classici, al fine di potenziarne l’azione e ridurne la tossicità, come pure per integrare nelle terapie antitumorali, ulteriori bersagli biologici, che vanno dalla modulazione dell’espressione genica all’interferenza metabolica dei meccanismi molecolari della resistenza terapeutica del cancro.
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“Gli alberi secolari, sopravvissuti a innumerevoli cambiamenti ambientali nel corso di centinaia o migliaia di anni, a loro volta trasmettono la resilienza genetica alla foresta.” Immagino che la stessa cosa possa valere per le grandi anime, tra gli umani. Soprattutto in tempi ricchi di avversità come quelli attuali. Come alberi della fraternità, impegnati a vivere, naturalmente, una buona vita e a restare umani. Che altro si può fare di meglio per il bene della specie?
L’impegno, istante dopo istante, è a divenir pagina bianca, nell’ascolto che si fa dialogo, incontro, sussurro, attonito silenzio, vuota meraviglia. Tua creatura.
Non è una buona notizia quella che ci giunge dallo studio di Gold J.E. pubblicato su Pathogens 2021, 10, 763 . E che, per quanto mi riguarda intellettualmente, rimette le lancette dell’orologio al febbraio 2020.
Un’indagine sulla relazione tra Long Covid e riattivazione dell’EBV ha mostrato che il 66,7% (20/30) dei soggetti Long COVID rispetto al 10% (2/20) dei soggetti di controllo sono risultati positivi per la riattivazione dell’Epstein -Barr Virus (EBV) sulla base di positive titolazioni per EBV EA-D IgG o EBV VCA IgM . La percentuale di soggetti con riattivazione di EBV che hanno riportato sintomatologia è stata: affaticamento 58,6%, insonnia 48,3%, cefalea 44,8%, mialgia 44,8%, confusione/nebbia cerebrale 41,4%, debolezza 37,9%, eruzione cutanea 31,0%, faringite 24,1%, dolore addominale 24,1 %, tinnito 24,1%, febbre 13,8%, linfoadenopatia del collo 13,8% e perdita dell’udito da lieve a moderata 6,9%. La riattivazione di EBV si verifica probabilmente all’inizio dell’infezione da SARS-CoV-2. Gli autori ritengono che sarebbe prudente determinare se i pazienti che sono risultati positivi al test per COVID-19 hanno evidenza di riattivazione dell’EBV, indipendentemente dal fatto che mostrino o meno una malattia acuta classica.
La coinfezione da parte di due o più agenti patogeni è un riscontro comune in infettivologia (Garcia, 2021).
Il DNA dell’EBV era stato già osservato in 40/42 (95,2%) dei pazienti in terapia intensiva per COVID-19 e in 51/61 (83,6%) dei pazienti in terapia sub-intensiva (Paolucci, 2021). E’ possibile che ci sia una correlazione tra linfopenia e carico di EBV con la gravità della malattia da COVID-19 ed una significativa perdita di linfociti T Natural Killer e CD8 +. Un dato questo confermato dallo studio di Chen (2021) che mostrava una conta di CD8 + ridotta in pazienti con coinfezione EBV/SARS-CoV-2 L’ipotesi di Chen è che in una popolazione adulta, durante l’infezione virale acuta (cioè con SARS-CoV-2 o altri virus), una diminuzione del numero di CD8 possa provocare la riattivazione della viremia EBV/EBV. A sua volta la replicazione subclinica di EBV può migliorare l’efficienza e l’estensione dell’infezione da SARS-CoV-2.
In sostanza stiamo parlando di effetti patologici prodotti da virus che agiscono in tandem, e che a partire da uno stato di immunodepressione transitoria (da SARS CoV2), potrebbero innescare un circolo vizioso e possibili reazioni a catena? Sarebbe importante a questo punto sapere se si tratta di effetti reversibili, sensibili a specifici trattamenti farmacologici. Si apre inoltre uno scenario importante di monitoraggio di tali effetti, nei diversi strati di popolazione, come di una valutazione dell’impatto dello stato vaccinato/guarito sulle sequele di lungo termine. E per ora mi fermo qui con le speculazioni.
Bibliografia
Gold, J.E.; Okyay, R.A.; Licht, W.E.; Hurley, D.J. Investigation of Long COVID Prevalence and Its Relationship to Epstein-Barr Virus Reactivation. Pathogens 2021, 10, 763. https://doi.org/10.3390/ pathogens10060763.
García-Martínez FJ, Moreno-Artero E, Jahnke S. SARS-CoV-2 and EBV coinfection. Med Clin (Engl Ed). 2020;155(7):319-320. doi:10.1016/j.medcle.2020.06.010
Paolucci S, Cassaniti I, Novazzi F, Fiorina L, Piralla A, Comolli G, Bruno R, Maserati R, Gulminetti R, Novati S, Mojoli F, Baldanti F; San Matteo Pavia COVID-19 Task Force. EBV DNA increase in COVID-19 patients with impaired lymphocyte subpopulation count. Int J Infect Dis. 2021 Mar;104:315-319. doi: 10.1016/j.ijid.2020.12.051. Epub 2020 Dec 21. PMID: 33359064; PMCID: PMC7833117.
Chen, T., Song, J., Liu, H. et al. Positive Epstein–Barr virus detection in coronavirus disease 2019 (COVID-19) patients. Sci Rep11, 10902 (2021). https://doi.org/10.1038/s41598-021-90351-y
I numeri parlano da soli. La realtà prodotta sul campo dalle vaccinazioni di massa con Pfizer e Moderna contro SARS-CoV2 conta, quale effetto avverso, un numero di miocarditi in notevole eccesso rispetto all’atteso nei più giovani vaccinati. Perchè non si prende atto adeguatamente di questo dato?
Può essere un dato del genere considerato di secondaria importanza? Non dovremmo interrogarci sulle possibili cause eziologiche? I CDC non si spiegano il perché di quanto accade. E stupisce ancor più che i CDC, pur brancolando nel buio, non suggeriscano alcuno studio da realizzare, mentre l’ Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP) abbia confermato il 23 giugno la valutazione costi / benefici anche per i più giovani. Sulla base dei dati che osservo, propongo invece di indagare con più cura, di quanto sia stato fatto in fase pre-autorizzativa, sulle possibili interazioni biologiche del vaccino a mRNA nanoparticolato con i mitocondri. I mitocondri occupano oltre 1/5 del volume cellulare, producono energia e non solo. La loro disfunzione provoca naturalmente spossatezza, ma mette a rischio anche di degenerazione cellulare, invecchiamento, disordini autoimmuni. La loro grande concentrazione negli oviciti inoltre dovrebbe far suonare un campanello d’allarme ulteriore sulla salute riproduttiva. O no?
Pare solo a me più che doveroso che, visti gli effetti avversi manifestatisi, la Pfizer-Biontech approfondisca gli studi di citossicità? Lo chiedo a Mr Sahin.
Bibliografia
Advisory Committee on Immunization Practices. (ACIP). June 23, 2021. Tom Shimabukuro, MD, MPH, MBA. Vaccine Safety Team. CDC COVID-19 Vaccine Task Force. COVID-19 Vaccine safety updates. https://www.cdc.gov/…/slid…/03-COVID-Shimabukuro-508.pdf
Gargano JW, Wallace M, Hadler SC, et al. Use of mRNA COVID-19 Vaccine After Reports of Myocarditis Among Vaccine Recipients: Update from the Advisory Committee on Immunization Practices — United States, June 2021. MMWR Morb Mortal Wkly Rep. ePub: 6 July 2021. DOI: http://dx.doi.org/10.15585/mmwr.mm7027e2external icon.
Sono tempi bui, ogni candela che resta accesa é preziosa.
Il diritto all’esercizio della professione medica non può essere sottoposto a ricatto “ope legis”. Tanto meno se un simile ricatto si esercita contro l’integrità fisica e la personalità morale del lavoratore.
L’appropriatezza medica dovrebbe essere preservata dall’ingerenza di norme emergenziali quanto meno approssimative sul piano scientifico, lesive dei diritti umani fondamentali e irrispettose del dettato costituzionale. Ai medici non può essere chiesto di credere, obbedire e combattere, ma di discernere con attenzione (usare l’intelletto) al fine di “curare il male o almeno di non creare nocumento”, per come abbiamo appreso da Ippocrate e dai molti successivi Maestri.
Detto questo, che fare? Continuare, passo dopo passo, rispettando il lavoro di ognuno, spesso frutto di grande sacrificio e motivazione, ma avendo cura di discernere, in scienza e coscienza, per quanto attiene alle proprie responsabilità.
Professionalmente mi occupo di screening oncologici. In tempi di Covid la prevenzione oncologica ha sofferto molto. C’è bisogno di tornare a parlarne, privatamente e pubblicamente. A promuoverla in virtù delle positive evidenze. Aderire ai programmi di screening é e resterà una scelta libera. Si, una scelta ben fatta, vantaggiosa per la conservazione della propria salute. E libera.
Anche accettare o meno l’offerta vaccinale anti-COVID, è e resterà una scelta libera. In tal caso le evidenze, nel bene e nel male, vanno affiorando in tempo reale, così chi ha dubbi chieda sempre al suo medico di fiducia. E se esita, chieda ancora, valuti, rifletta con calma, si informi e decida liberamente.
Perchè, grazie a Dio, dico io, nasciamo liberi e restiamo tali, finchè lo vogliamo.
Non abbiate paura. Forza, coraggio, lucidità e buona vita.
La letteratura scientifica corrente, riguardo alla risposta immunitaria umana a lungo termine per l’infezione da coronavirus, chiarisce quanto segue:
nella fase acuta iniziale della risposta immunitaria, i livelli anticorpali raggiungono il picco, rapidamente generato da cellule immunitarie di breve durata, poi discendono gradualmente e tra i 6 e 12 mesi dopo l’infezione, la concentrazione di anticorpi neutralizzanti rimane invariata (Wang, 2021);
nelle persone che hanno avuto il COVID-19, vengono generate nel midollo osseo plasmacellule della memoria a lungo termine. Queste cellule forniscono una produzione di anticorpi a lungo termine che offre una protezione stabile a un livello del 10-20% di quella prodotta durante la fase acuta (Turner 2021). Ciò è coerente con le conoscenze d’immunologia e costituisce una chiara indicazione di un passaggio dalla produzione di anticorpi da parte delle plasmacellule a vita breve alla produzione di anticorpi da parte delle plasmacellule della memoria;
le plasmacellule della memoria sono un tipo di cellula che può essere conservata per molti anni, se non per tutta la vita (Anderson 2020), pronte ad entrare in azione se incontrano di nuovo il virus o un vaccino che lo rappresenta;
la maggior parte dei pazienti COVID-19 induce una difesa immunitaria ad ampio raggio contro l’infezione da SARS-CoV-2, che comprende anticorpi, cellule B della memoria (che riconoscono sia l’RBD che altre regioni spike), e cellule T CD4+ e CD8+ polifunzionali. E’ pertanto probabile che i pazienti guariti da COVID-19 si difendano meglio contro le varianti rispetto alle persone che non sono state infettate ma sono state immunizzate solo con vaccini orientati alla spike protein (Cohen 2021);
l’infezione da SARS-CoV-2 induce immunità a lungo termine nella maggior parte degli individui (Radbruch, 2021);
è altamente improbabile che soggetti precedentemente infettati da SARS CoV-2 abbiano una reinfezione da COVID-19, indipendentemente dal fatto che ricevano o meno il vaccino, ed è improbabile che traggano beneficio dalla vaccinazione COVID-19 (Shrestha, 2021);
Alla luce di quanto sopra può essere considerato medicalmente appropriato sottoporre a vaccinazione anti-SARS CoV-2 quanti sono guariti dal COVID-19 e presentano titoli anticorpali anti spike-RBD significativamente positivi?
Se prendiamo in considerazione il rapporto costi/benefici individuale e collettivo dobbiamo convenire che la vaccinazione di un soggetto immunocompetente nulla aggiunge in termini di benefici per la collettività, mentre aumenterebbe i rischi per la salute dell’individuo. Tali rischi non possono essere considerati trascurabili, vista l’entità e la gravità dei dati relativi alle reazioni avverse post vaccinazione, da Pfizer, Moderna e Astra Zeneca, segnalate fin quinegli USA e nel Regno Unito. Per quanto riguarda la vaccinazione dei lavoratori (della sanità e non) è altresì da auspicare una dovuta attenzione a quanto richiamato dai principi e dalle norme, in materia di sicurezza ed igiene del lavoro, che tutelano l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori d’opera (art. 2087 CC), e nello specifico, fare riferimento all’art. 279 del DLgs 81/2008, che prevede la messa a disposizione dei vaccini per i soggetti non immuni. Infine, per i medici vaccinatori, ricordo il dovuto rispetto del Codice di Deontologia Medica, in particolare per quanto attiene a “Procedure diagnostiche e interventi terapeutici non proporzionati” (art. 16).
E’ parere dello scrivente che il rispetto delle norme emergenziali non può contravvenire al dovuto rispetto dell’integrità fisica e morale della persona e neppure imporre ai Medici pratiche considerate inappropriate, in scienza e coscienza.
Bibliografia
Anderson DE, Tan CW, Chia WN, Young BE, Linster M, Low JH, Tan YJ, Chen MI, Smith GJD, Leo YS, Lye DC, Wang LF. Lack of cross-neutralization by SARS patient sera towards SARS-CoV-2. Emerg Microbes Infect. 2020 Dec;9(1):900-902. doi: 10.1080/22221751.2020.1761267. PMID: 32380903; PMCID: PMC7241448.
Cohen KW, Linderman SL, Moodie Z,et al. Longitudinal analysis shows durable and broad immune memory after SARS-CoV-2 infection with persisting antibody responses and memory B and T cells. medRxiv [Preprint]. 2021 Apr 27:2021.04.19.21255739. doi: 10.1101/2021.04.19.21255739. PMID: 33948610; PMCID: PMC8095229.
Radbruch A, Chang HD. A long-term perspective on immunity to COVID. Nature. 2021 Jun 14. doi: 10.1038/d41586-021-01557-z. Epub ahead of print. PMID: 34127832.
Turner, J.S., Kim, W., Kalaidina, E. et al. SARS-CoV-2 infection induces long-lived bone marrow plasma cells in humans. Nature (2021). https://doi.org/10.1038/s41586-021-03647-4
Wang, Z., Muecksch, F., Schaefer-Babajew, D. et al. Naturally enhanced neutralizing breadth against SARS-CoV-2 one year after infection. Nature (2021). https://doi.org/10.1038/s41586-021-03696-9.
La vaccinazione contro SARS-COV2, della popolazione giovanile, dei bambini e delle donne in età fertile risulta inappropriata, per l’entità dei possibili effetti collaterali a fronte di benefici del tutto trascurabili. A ciò deve aggiungersi la scarsità di conoscenze sul destino e sui possibili danni indotti dalla spike protein nell’organismo, su cuore, reni, cervello, ovaie sia sul breve sia sul lungo termine. Non è lecito sperimentare sugli esseri umani in assenza di adeguati dati di sicurezza. Il dossier della Pfizer Biontech afferma che la spike protein è innocua. Questo non solo non è provato, ma abbiamo sufficienti elementi per affermare che tale proteina supera la barriera emato-encefalica ( possiamo farla produrre ai bambini?) e può essere responsabile, da sola, di molti degli effetti collaterali dei vaccini, con grande similitudine rispetto ai danni prodotti dal virus stesso. Per quanto sopra invito il Ministero della Salute a riconsiderare la strategia vaccinale e mi auguro che nessun genitore voglia esporre i propri figli ad inutili rischi. È tempo di rinsavire e prendere dovutamente in considerazione le evidenze scientifiche che filtrano, nonostante tutto, inesorabilmente. La medicina è sopravvissuta nei millenni grazie all’intelletto curioso e indomabile dei suoi discepoli. In scienza e coscienza i Medici del nostro tempo supereranno anche questo buio periodo, perché sono sostenuti da antichi giuramenti, di profondissimo valore, che non abiureranno, nonostante le tante indebite pressioni. Fiducia, dunque. Forza, coraggio, lucidità e buona Vita.
Urgent preliminary report of Yellow Card . EBMC Report . 9 june 2021.
Tess Lawrie: “The MHRA now has more than enough evidence on the Yellow Card system to declare the COVID-19 vaccines unsafe for use in humans. Preparation should be made to scale up humanitarian efforts to assist those harmed by the COVID-19 vaccines and to anticipate and ameliorate medium to longer term effects. As the mechanism for harms from the vaccines appears to be similar to COVID-19 itself, this includes engaging with numerous international doctors and scientists with expertise in successfully treating COVID-19.”
Il problema è la proteina spike . Se costringi l’organismo a produrla ti devi chiedere dove va (reni, cuore, cervello, ovaie)? Che danni provoca? Sul tempo vita che succede? Indurre nell’organismo, tramite mRNA (Pfizer) o tramite vettori adenovirus (AZ), la produzione della proteina spike per sviluppare immunità è stata una pessima idea, o meglio l’idea sembrava furba, ma non è stata sottoposta al normale iter valutativo. Avremmo evitato certi danni se non ci fosse stata fretta di autorizzare i vaccini anche nei più giovani. Si sperimenta sul campo. Questa è la novità (io dico nazivax) dei tempi. Sospendere tutto è doveroso. Intanto e soprattutto tenere “questi vaccini” alla larga dai bambini, dai giovani e dalle donne in età fertile. E dal momento che questo tipo di vaccino è pur sempre una risposta semplicistica, non funzionerà dinanzi alle normali mutazioni del virus. Ma la colpa non sarà di chi non si vaccina, né di chi non risponde secondo aspettativa.
Longitudinal analysis shows durable and broad immune memory after SARS-CoV-2 infection with persisting antibody responses and memory B and T cells
I risultati mostrano che la maggior parte dei pazienti COVID-19 sviluppa una difesa immunitaria ad ampio raggio contro l’infezione da SARS-CoV-2, che comprende anticorpi e cellule B della memoria che riconoscono sia l’RBD che altre regioni del picco, cellule T CD4+ polifunzionali e largamente specifiche e cellule T CD8+ polifunzionali.
È molto probabile che la risposta immunitaria all’infezione naturale fornisca immunità protettiva anche contro le varianti SARS-CoV-2 perché gli epitopi delle cellule T CD4+ e CD8+ saranno conservati. Pertanto, è probabile che i pazienti guariti da COVID-19 si difendano meglio contro le varianti rispetto alle persone che non sono state infettate ma sono state immunizzate solo con vaccini contenenti spike.
Cohen KW et al. Longitudinal analysis shows durable and broad immune memory after SARS-CoV-2 infection with persisting antibody responses and memory B and T cells.
L’umanità dispone, al tempo presente, di conoscenze sufficienti a trasformare il mondo, nel bene e nel male, come mai prima. Progettare la forma che lo spazio-tempo animato planetario prenderà, in questo primo scorcio di millennio, è di certo valore ai fini della sopravvivenza di una moltitudine di specie. Alla luce del potere dei mezzi tecnologici che possono essere agiti (ed ancor piu’ sviluppati) c’è necessità di interrogarsi costantemente sull’impatto che il loro utilizzo può avere, nel tempo, sui beni primari di cui disponiamo: natura, salute, umanesimo.
L’essere, conoscere ed agire rappresentano le caratteristiche costitutive d’ogni individuo, gruppo, comunità. Cosa vuole essere l’umanità ? Come continuerà ad esplorare i limiti della conoscenza? In cosa si troverà indaffarata?
Orientarsi dunque nella progettazione dei piani di sviluppo tenendo ben presenti i bisogni fondamentali della Vita può essere il modo migliore di sbagliare di meno e produrre pertanto meno sofferenza ai viventi delle prossime generazioni. Per questo ci tengo a ricordare che gli obiettivi strategici, per il pianeta e per le nazioni, restano la salvaguardia dell’ambiente, della qualità di acque, suolo e aria, della salute e dell’ istruzione delle presenti e future generazioni, della qualità del pensiero umano. Non ci si può affidare con certezza ad una scienza che non sia in dialogo costante con la coscienza umana planetaria. L’avvento dell’intelligenza artificiale rischia di stressare particolarmente quell’ordine di specie che ci ha condotto fin qui, proiettandoci in un campo di straordinaria incertezza esistenziale. E’ di cruciale importanza allora assicurare che i nuovi strumenti tecnologici e delle scienze della vita, siano nel pieno e sapiente controllo dei piu’ saggi.
C’è bisogno di un cambio di mentalità, soprattutto in quanti decidono e producono, ma non solo. Difesa, nutrizione e cura della persona, conoscenza, esplorazione e intrapresa, riposo, espressione creativa, relazioni umane e familiari sono bisogni fondamentali che devono sempre essere salvaguardati e che rappresentano i tratti distintivi dei settori strategici per i quali vale la pena pianificare, ai diversi livelli di scala, andando oltre il PIL , utilizzando nel concreto nuovi criteri di valutazione dello sviluppo e della qualità dei beni che vengono prodotti e consumati. La riconversione ecologica non può aspettare e potrebbe ben rappresentare quell’impresa comune, capace di impegnare le nazioni dell’est e dell’ovest nel modo migliore, tenendo a bada gli istinti distruttivi che sempre, alimentati dalla paura, possono inaspettatamente riemergere.
Viviamo in tempi onesti dopotutto, dove non è piu’ possibile ingannarsi sulla realtà nella quale ci troviamo intrappolati. Da sempre larghissima parte dell’umanità è vissuta in schiavitù e cattività. Adesso, rinchiusa nei rifugi domestici, sotto il bombardamento continuo di una martellante propaganda, la popolazione, provata, comprende finalmente in cuor suo di essere il bersaglio di una guerra non dichiarata, per il dominio assoluto sugli esseri umani, che straccia ogni speranza di un umanesimo planetario.
Oggi siamo sul punto di considerare un crimine la scelta di non farsi infilzare dalla Pfizer. Un crimine incontrarsi all’aperto, ballare, ridere, cantare insieme. Un crimine vivere senza terrore.
Il lobbismo ha occupato “manu militari” gli Stati e ne regola il funzionamento legalmente, cosicché, nell’attuale mercato politico, le popolazioni costituiscono merce di scambio, comprensiva di dati personali e sensibili , nella rassegnata e servile sottomissione generale, alimentata da ricatti e paure.
Quanto tempo ci vorrà per tornare a riveder le stelle? Quanta resistenza umana sarà necessario sviluppare? Quella di sempre, quella che ci ha portato fin qua, di generazione in generazione. Nulla di più che un restare umani, ascoltare il sentimento che ci anima, mantenersi svegli, consapevoli della meravigliosa vita e darsi ad essa senza riserve.
Con forza, coraggio e lucidità. Buon lunedì di Pasqua. Buona Vita.
Un tempo i “cani da guardia della democrazia” abbaiavano talvolta alle faine, ora capita piuttosto di sentirli abbaiare alla croce rossa, con la scusa dei no vax. Ce n’è uno, in particolare, intrappolato da qualche decennio in un’amaca nel cortile del padrone di sempre, che non è lo Stato, che tiene d’occhio i medici della sanità pubblica, e rimprovera loro in realtà l’arte medica, la scienza e coscienza con la quale operano e si guadagnano da vivere.
Come osano esercitare un pensiero medico? Tanto più che è fuori moda. Sono tempi questi di mobilitazione alla guerra! Dall’amaca non s’alza la prosa di un Papini, ma il lezzo, il puzzo, il fetore è quello delle parole andate a male per effetto serra. Nel 1914 Giovanni Papini, richiamava alla memoria collettiva che la guerra, alla quale incitava “lascia meno bocche intorno alla stessa tavola. E leva di torno un’infinità di uomini che vivevano perché erano nati; che mangiavano per vivere, che lavoravano per mangiare e maledicevano il lavoro senza il coraggio di rifiutar la vita”.
Ecco, siamo tornati al punto di partenza, ma con altre forme. Oggi la propaganda combatte le libertà, le arti, le autonomie di giudizio, il pensiero assennato. Quando la propaganda si diffonde in ogni ambito della società, in ogni ora del giorno, con ogni strumento, contro le poche teste che si ostinano a valutare, confrontare, soppesare, studiare, con metodo scientifico e con coscienza umana. Quando il pensiero medico libero, autentico patrimonio dell’umanità, è messo al bando, accusato di diserzione e tradimento, perseguitato, allora l’impoverimento che ne deriva è drammatico socialmente.
Sottomettere l’esercizio della professione medica a marcatura preventiva è cosa da bestie, che anticipa algoritmi ben peggiori. Non vorrei che la prosa di un Melampo fosse mai presa ad esempio dall’intelligenza artificiale. Solo per questo ne scrivo.
In cosa differisce l’ordine vitale di un corpo umano da quello di una rosa? L’impressione che il loro spaziotempo animato lascia nell’universo, per bellezza, profumo, sentimento, da cosa dipende? Da quali innate qualità? C’é corrispondenza tra il divenire delle forme di vita terrestri ed i movimenti dello spirito, tanto misteriosi quanto insondabili? C’è somiglianza tra la realtà della specie umana attuale e la creatura originaria impastata d’acqua e terra e insufflata di spirito vivente della Genesi?
L’albero della vita (della specie umana) radica e germoglia, nel pianeta, adattandosi e modificando l’ambiente che abita. Con quale scopo? Quale può essere considerato il suo compimento? Che prospettiva ha di raggiungerlo? In che modo, su quale via?
Forse interrogarsi sulle potenzialità dei singoli può aiutare ad intravedere una possibilità di natura più universale (di specie)? Un pensiero del genere è esposto con naturalezza all’azione del dubbio, che ha di per sè il potere di scindere, separare elemento da elemento. Il pensiero religioso tende a porre l’accento sulla responsabilità dell’individuo e sulla misericordia divina, nella certezza di una possibile relazione tra le due realtà. Il dubbio che non trova soluzione, porta invece a mettere in discussione la relazione misteriosa dell’umano con il divino, impedendo di fatto la connessione con la sorgente profonda della vita e rendendo così vana l’esistenza. E’ un aspetto di ciò che va sotto le spoglie del libero arbitrio, e che rende possibile rifiutare persino il paradiso in terra.
Mentre nella semplicità di un cuore puro si custodisce la possibilità dell’umano di divenire se stesso, di rendere compiuto il senso del proprio nome. Un semplice sguardo puro sulla realtà misteriosa che ci anima è in grado di liberare dalla paura, di stare con quel che c’è e di farvi affidamento. Cos’è puro dunque? Tutto ciò che non inganna, che permette di accostarci al mistero senza aspettativa di possesso, che ci dispone ad agire con integrità, secondo coscienza, in contemplazione delle manifestazioni dello spirito nella propria esistenza.
Ora, un cambiamento della nostra relazione con il dubbio, può aiutare a far sì che, pur esercitato, esso non sia più in grado di intaccare le relazioni del nostro nucleo profondo con la Vita, bensì di permetterci di interrogarci sulla distanza dalla sorgente di vita nella quale ci troviamo ad essere, ben sapendo che c’è una sapienza innata in noi, che cerca di essere ascoltata, goccia a goccia nell’attonito silenzio dell’anima.
Il dubbio può venire in nostro soccorso per meglio divenire consapevoli delle trasformazioni in corso e dei passi da compiere sulla via del ritorno.
La natura divina è impressa nel nostro cuore di carne. Un segno indelebile, una ferita d’amore che rende possibile il rispondere ad un richiamo trascendente, che ci fa tremare nel riconoscere l’impronta dei Passi, che difende a spada tratta la germogliante dimora della vita. Qui, nel contemplativo timor di D-o, è il principio della sapienza. Vuota e senza forma è la mente che accoglie il seme della parola, che dall’attonito silenzio origina, come acqua che sorge, viva, dalla roccia profonda.
E si sta in pace, con la gioia di essere nel giorno nuovamente vivo, per un giorno, insieme con la rosa.
Maleki M, Khelghati N, Alemi F et al. Stabilization of telomere by the antioxidant property of polyphenols: Anti-aging potential. Life Sci. 2020 Oct 15;259:118341. doi: 10.1016/j.lfs.2020.118341. Epub 2020 Aug 24. PMID: 32853653.
“L’invecchiamento è una forma di perdita graduale dell’integrità fisiologica che si traduce in una funzione cellulare compromessa e, in ultima analisi, in una maggiore vulnerabilità alle malattie e alla morte. Questo processo è un fattore di rischio significativo per disturbi legati all’età critici come cancro, diabete, malattie cardiovascolari e condizioni neurologiche. Diversi meccanismi contribuiscono all’invecchiamento, in particolare l’accorciamento progressivo dei telomeri, che può essere contrastato dall’attività dell’enzima telomerasi e dall’aumento di questa attività enzimatica associata a un parziale ritardo dell’inizio dell’invecchiamento. I comportamenti individuali e i fattori ambientali come l’alimentazione influenzano la durata della vita influenzando il tasso di attività della telomerasi. Abitudini alimentari sane, compresa l’assunzione di antiossidanti, come i polifenoli, possono avere un effetto positivo sulla lunghezza dei telomeri grazie a questo meccanismo. In questa recensione, dopo aver studiato i meccanismi sottostanti all’invecchiamento e aver compreso le relazioni tra telomeri, telomerasi e invecchiamento, si è tentato di spiegare l’effetto dei polifenoli sull’inversione dello stress ossidativo e del processo di invecchiamento.”
In considerazione dell’alto numero di soggetti asintomatici (85%) e affetti da lieve sintomatologia respiratoria (10%), diagnosticati come positivi ai test RT-PCR SARS-COV2, si pone la domanda su quale terapia sia da considerarsi più adeguata per la prevenzione ed il trattamento precoce della malattia da coronavirus (COVID-19) in tali soggetti e nei loro contatti più stretti. I farmaci da utilizzare in tal caso dovrebbero essere in grado di contrastare la replicazione e diffusione dell’infezione virale, rinforzare le difese immunitarie, contrastare la risposta infiammatoria dell’ospite ed alleviare la sintomatologia respiratoria in assenza tuttavia di effetti collaterali di una qualche importanza.
A tal proposito sono stati testati glucocorticoidi, anticorpi monoclonali, anti IL-6 e anti- TNF- alfa, antagonisti anti IL-1 beta recettore, inibitori della JAK (janus kinase 1). Ad oggi, non sembrano esistere farmaci atti alla bisogna, vuoi per l’inefficacia parziale dei farmaci provati, vuoi per la gravità degli effetti collaterali evidenziati (remdesivir, clorochina, combinazione di antibiotici, cortisonici, inibitori delle proteasi quali ritonavir, lopinavir, ribavirina) o per i costi eccessivi. In passato trials randomizzati hanno messo in evidenza i benefici clinici della Medicina Tradizionale Cinese, sia nel miglioramento della sintomatologia, sia nell’accorciamento del decorso della malattia SARS (Hsu LH, 2006). Le esperienze nel trattamento SARS, MERS e per altre sindromi influenzali, hanno messo in luce come efficaci una serie di composti della Medicina Tradizionale Cinese (MTC), che possono essere ritenuti potenziali candidati al trattamento COVID-19 (Fangfang Huang, 2020). Si tratta di formule di piante medicinali i cui molteplici principi attivi sono in grado di sviluppare un’azione terapeutica con alta specificità ed efficacia su un molteplice numero di bersagli .
Elementi patogenetici chiave
Poiché si registrano alti livelli di concentrazione di citochine nel plasma dei pazienti, che accedono alle unità di rianimazione, c’è consenso sul fatto che la tempesta di citochine sia associata alla severità della patologia.
I pazienti dichiarati affetti da polmonite da SARS-CoV2 riportano in larga parte un incremento della PCR e della LDH, un quadro di iperviscosità plasmatica, con frequenti complicazioni trombotiche, documentate sul piano laboratoristico e istopatologico. L’iperviscosità di per sé costituisce un fattore di danneggiamento dell’endotelio e di iperfibrinogenemia e dunque foriero di complicazioni trombotiche (Cheryl L. Majer , 2020) .
Istologicamente tromboemboli sono stati rilevati all’interno di piccole arterie polmonari di pazienti deceduti positivi al test molecolare per coronavirus.
In uno studio tedesco condotto su n. 12 autopsie consecutive di pazienti deceduti con COVID-19, è stata riscontrata un’alta incidenza di trombosi venosa profonda (58%). Un terzo dei pazienti presentava un’embolia polmonare come causa diretta di morte. Inoltre in 8/12 pazienti era presente un danno alveolare diffuso. In particolare i casi di embolia polmonare erano clinicamente silenti. Le cause prevalenti di morte : insufficienza respiratoria, insufficienza multiorgano e arresto cardiaco. Alti livelli di D-dimero >1000 microgrammi/L sono stati riscontrati in associazione ad un esito letale. E’ noto che il sistema di coagulazione può essere attivato da diversi virus, insieme alla disfunzione endoteliale, a infiammazione sistemica, e ad uno stato pro-coagulatorio attivato. A questi si aggiunge il danno immunomediato dagli anticorpi antifosfolipidi (Zhang, 2020). Il dato macroscopico che ne risulta è di un polmone pesante, consolidato e friabile, con danno alveolare diffuso.
Ai fine di porre in atto una profilassi naturale della malattia da coronavirus è necessario ricordare che il SARS CoV-2 è un coronavirus dell’ordine Nidovirales, famiglia Coronaviridiae, sottofamiglia Coronavirinae, genere Betacoronavirus (SARS). Ha dimensioni di 80-120 nm ed è costituito da RNA a singola elica di circa 30.000 basi . Che il suo ciclo di replicazione virale (Sing Fung, 2019) comprende le seguenti fasi, che possono essere oggetto dell’azione fitoterapica:
Adsorbimento del virus alla membrana cellulare
Penetrazione del virus nel citoplasma della cellula ospite
Traduzione genoma/produzione proteine virali necessarie alla replicazione e trascrizione dell’RNA
Trascrizione e replicazione del genoma
Produzione delle proteine strutturali
Assemblaggio del virione
Rilascio del virus.
Il legame delle proteine Spike ai recettori cellulari di superficie, con conseguente fusione del rivestimento virale con la membrana cellulare ed il rilascio del nucleo-capside nel citoplasma, costituisce un elemento chiave come il legame al recettore ACE2, principale determinante riguardo al tropismo tissutale del virus. La replicazione/trascrizione del coronavirus è principalmente mediata dalla replicase virale, ma è implicato anche il coinvolgimento di diversi fattori dell’ospite che interagiscono in tutte le fasi, dalla entrata nella cellula, alla replicazione virale, dalla glicosilazione all’assemblaggio ed al rilascio del virus.
Molte proteine strutturali del coronavirus vanno incontro a modificazioni, da parte dei fattori ospiti, che ne modulano le funzioni. L’assemblaggio delle particelle virali si realizza nei compartimenti intermedi del reticolo endoplasmatico del Golgi ed è orchestrato dalla proteina M. Infine intervengono i processi di induzione e modulazione dell’autofagia e l’apoptosi. Negli studi su reperti istopatologici sono stati osservati , nei tessuti infetti (polmoni, milza, tiroide), cellule immunitarie associate a linfopenia.
Piante medicinali cinesi
Ad oggi, un gran numero di studi clinici sono stati registrati sul Chinese Clinical Trial Registry (ChiCTR). Dei 617 trials clinici registrati nel periodo dal 23 gennaio al 24 aprile 2020 , 265 erano relativi al COVID-19, di questi 163 trials risultavano incentrati sulla medicina occidentale e 111 erano di MTC. All’interno dei 265 studi interventistici registrati, la percentuale più significativa riguardava casi confermati (78, 29,4%), che risultavano pazienti eleggibili RT-PCR positivi per SARS-CoV-2 con polmonite confermata alla radiodiagnostica del torace. (Peng XU, 2020).
Con l’istituzione di un sistema integrativo che combina la medicina tradizionale cinese (MTC) e la medicina occidentale, la Cina ha raggiunto una buona efficacia clinica nella prevenzione e nel controllo della pandemia. I vantaggi della MTC nel trattamento del COVID-19 includono un efficace sollievo dei sintomi, il ritardo dello sviluppo da lieve e moderato a grave, il miglioramento del tasso di guarigione, la riduzione dei tassi di mortalità e la promozione della riabilitazione. Inoltre, in base ai diversi livelli di gravità dei singoli casi, la National Health Commission (NHC) della Repubblica popolare cinese ha emesso numerose ed aggiornate linee guida (Luo H., 2020). Il “Protocollo di diagnosi e trattamento per la nuova polmonite da coronavirus (versione 7)” è stato pubblicato il 3 marzo 2020 ed è stato sviluppato sulla base dell’esperienza clinica accumulata e di una più profonda comprensione della patologia.(Zhao, 2020). Gli obiettivi chiave del trattamento COVID-19 sono stati enunciati nel miglioramento dei sintomi e delle malattie sottostanti, nella prevenzione attiva e nel controllo delle potenziali complicanze e nel disporre di misure tempestive a sostegno della funzione d’organo. A partire dalla versione del protocollo n. 3, la terapia TCM ha iniziato ad essere raccomandata nella prevenzione e trattamento della malattia ( Wang, 2020).
Le formule di MTC utilizzate, possono essere raggruppate , in virtù dei fini perseguiti. In tre classi:
formule per la prevenzione
formule per il trattamento della sintomatologia manifesta
trattamento di soggetti in condizioni critiche.
Riducendo il campo alle prime due condizioni, dovendo a parer mio rigorosamente escludere i trattamenti fitoterapici dal trattamento di casi clinici critici, pur in presenza di una loro supposta efficacia, le formule della MTC da prendere in considerazione, risultano principalmente :
Per la prevenzione e sintomatologia lieve:
LIAN HUA QING WEN
JIN HUA QING GAN
Per un quadro clinico manifesto:
QING FEI PAI DU TANG
Interessante , a mio parere, è tornare a quanto accaduto nel 2003 con la SARS. L’ottimo lavoro di Luo Hui, 2020, si concentra sulla “prevenzione e trattamento della pestilenza, richiamando la ricerca di rimedi già presenti nello Huang Di Nei Jing (di circa 2000 anni orsono). La formula di medicina cinese più antica per la prevenzione della pestilenza raccomandava di mantenere una dieta sana, di fare esercizio fisico, rinforzare il Qi e così resistere all’invasione dell’agente patogeno, che ben si sapeva essere difficile da contrastare. Ma questo non è stato sempre l’orientamento prevalente. Durante la Dinastia Jin e Tang (3-10 sec. A.C.) le formule medicinali erano principalmente utilizzate per eliminare i fattori patogeni, mentre nell’era Ming e Qing (14-20 sec. dopo Cristo) il focus si era spostato sul trattamento dell’umidità, sulla chiarificazione del calore (azione antinfiammatoria) e sulla detossificazione ( Yao W, 2009) . Nel corso dell’epidemia della SARS (Lan J , 2005) in Hong Kongg fu condotto uno studio controllato su un campione di 16.437 lavoratori ospedalieri, inclusi medici, infermieri ed altri operatori. Di questi 1063 ebbero un trattamento fitoterapico. Tra loro nessuno contrasse la SARS , mentre fu contratta da n. 64 soggetti sui restanti 15374 (0.4%) P > 0.035.
Della miriade di piante utilizzate nei diversi studi può essere fatta una selezione di piante caratterizzate da elementi distintivi:
Azione inibitoria sulla penetrazione del virus nella cellula
azione d’inibizione della replicazione virale
azione antinfiammatoria (riduzione della tempesta di citochine)
azione tonificante e protettiva nei confronti dei mitocondri.
I componenti delle formule utilizzate per la prevenzione della SARS sono state ben analizzate da Luo Hui, 2020. I risultati mostrano che queste formule contenevano n. 54 piante.
Nello studio prospettico multicentrico randomizzato controllato sulla formula LIAN HUA QING WEN (LH) i pazienti sono stati randomizzati a ricevere il trattamento abituale da solo o in combinazione con capsule di LH (4 capsule, tre volte al giorno) per 14 giorni. L’endpoint primario era il tasso di recupero dei sintomi (febbre, affaticamento, tosse). Lo studio comprendeva 284 pazienti (142 ciascuno nel gruppo di trattamento e di controllo). Il tasso di recupero è stato significativamente più alto nel gruppo di trattamento combinato rispetto al gruppo di controllo (91,5% vs 82,4%, p = 0,022). Il tempo mediano di recupero dei sintomi è stato notevolmente più breve nel gruppo di trattamento (mediana: 7 vs 10 giorni, p <0,001). Anche il tempo per il recupero della febbre (2 vs. 3 giorni), dell’affaticamento (3 vs. 6 giorni) e della tosse (7 vs.10 giorni) è stato significativamente più breve nel gruppo di trattamento (tutti p <0,001). Il tasso di miglioramento delle manifestazioni tomografiche computerizzate del torace (83,8% vs 64,1%, p<0,001) e anche la guarigione clinica (78,9% vs 66,2%, p = 0,017) era più alta nel gruppo di trattamento. Tuttavia, entrambi i gruppi non differivano nel tasso di conversione in casi gravi o nei risultati del test virale (entrambi p > 0,05) (Ke, 2020).
Hallmark Circulating Tumour Associated Cell Clusters Signify 230 Times Higher One-Year Cancer RiskAnantbhushan Ranade, Amit Bhatt, Raymond Page, Sewanti Limaye, Timothy Crook, Dadasaheb Akolkar and Darshana PatilCancer Prev Res September 21 2020 DOI: 10.1158/1940-6207.CAPR-20-0322
Pubblicato su Cancer Prevention Research del 21 settembre 2020, un importante studio frutto di una collaborazione internazionale imperniata sul Datar Cancer Genetics (India), che ha dimostrato che è possibile identificare individui sani con un rischio più elevato di cancro sulla base di un semplice prelievo di sangue. Lo studio riporta che uomini e donne di mezza età, apparentemente normali e asintomatici, senza una storia di cancro ma con gruppi rilevabili di cellule tumorali circolanti nel sangue correlate a più forme tumorali (C-ETACs) hanno un rischio 230 volte maggiore di sviluppare il cancro nell’anno successivo, rispetto agli individui in cui tali cluster non erano rilevabili nei campioni di sangue. I ricercatori hanno sottoposto a screening più di 10.000 individui asintomatici per il rilevamento di C-ETAC e successivamente hanno seguito questi individui per un periodo di un anno. Allo stesso tempo, è stato studiato anche il sangue di oltre 4000 pazienti affetti da cancro con vari tumori maligni (“tumori degli organi solidi”). I risultati dello studio hanno rivelato che C-ETAC erano quasi invariabilmente trovati nei pazienti affetti da cancro (> 90%) ma erano estremamente rari (<5%) in individui asintomatici e che non avevano avuto diagnosi dicancro. Successivamente, nel corso di un anno di follow-up, al 3,475% degli individui normali positivi a C-ETAC sono stati diagnosticati vari tipi dicancro rispetto allo 0,015% degli individui negativi a C-ETAC. La diagnosi precoce del cancro e la stratificazione del rischio di individui apparentemente normali costituisce una sfida importante per la sanità pubblica. Ogni anno 9,6 milioni di persone in tutto il mondo muoiono di cancro, principalmente a causa di una diagnosi tardiva. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo Rapporto 2014 ha individuato la diagnosi precoce come un suo obiettivo principale. La tecnologia di rilevamento C-ETAC e il test sono sviluppati dal Datar Cancer Genetics utilizzando un approccio innovativo per la distruzione selettiva di cellule non cancerose nel sangue per la raccolta di C-ETAC. L’accuratezza del test è del 95,6% e copre più di 20 tumori tra cui seno, polmone, ovarico, stomaco, pancreas, colon e prostata.
La giusta misura nel parlare è quella che meglio risponde alla necessità del momento. Il parlare è costitutivo della natura umana, il parlar chiaro, o meglio ancora bene, è frutto di un apprendimento che dura tutta la vita. Ad un certo punto le parole si fanno avanti, verso la punta della lingua, con l’ardore e la chiarezza istintiva che le sospinge. E ti chiedi, è questa quella giusta? Posso ricacciarla indietro impunemente? Trattenerla nel chiostro della bocca? O lasciarla partir fuori dei denti, come cantus firmus, che non tace? Che posso dire riguardo agli sforzi che si possono fare per goder dell’eloquenza? Masticatela quella parola, fino ad assaporarne gli umori, i sapori, il senso che contiene. È sagace, mieloso, acida, amara come il fiele, troppo piccante? Allora tacete. Distinguete se è per il bene o meno, se a risentirla in piazza ve ne verrebbe angustia o vergogna, se passato il primo ascolto ne resta un segno, o più di uno solo su cui meditare. A quel punto converrete che non vi tradirà se Ella non mente e non affermi a vuoto. Nutriamoci dunque delle parole come fossero radici che affondano nel mistero della vita e che da esso fioriscono, e in esso ricadono. Ogni pensiero, vanitoso o meno, è libero di affiorare dal profondo, ma prima che lo coltiviate e che diffonda, ascoltatevi. Cosa vi lascia quel logos che da voi si diparte?
– “Quercua, è vero quel che dicono gli umani? Che un virus coronato li uccide? ” Chiese con circospezione il saggio cedro.
– “Kedros, ho sentito dire questa cosa dalle tamerici del deserto, che l’avevano appresa dal Platano di città.”
– “E possiamo dar credito a questa storia? Abbiamo fiducia nei platani?” Riprese il vecchio cedro.
– “Che domanda mi fai, sono una semplice quercia io, non un uomo.” Cerco’ di togliersi d’impiccio l’assennata Quercua.
– “Non pensi che sia cosa che potrebbe riguardare anche noi piante?” Insistette il sommo cedro.
– ” Lasciami tempo per pensare. Beh, potremmo forse ricavere un vantaggio dalla scomparsa degli uomini?”
– “Che fai Quercua, oltre alle risposte ti poni anche le domande? Ammetto tuttavia -concluse Kedros- che mi trovo meglio con gli uccelli: più rispettosi e autonomi degli umani. Ma non ho cuore di vederli morire”
– “Rassicurati – s’intromise Messer Pino- gli uomini sono come le formiche, più vicini alla terra che al cielo. Non soccomberanno. Cercheranno una via”.
-“E’ possibile che tu abbia un pignolo di ragione” . E detto questo, il vecchio Kedros si ritirò in silenzio.
– Dagli umani mi aspetterei parole più degne, che anche un vecchio cedro come me possa approvare.
– Proprio così – sottolineo’ il faggio masticando – ma non dispero del tutto che possano rinsavire. Ho sentito un loro vecchio dire queste sagge parole ad un giovane:
” Ascolta il tuo cuore, sii forte, e mentre attendi che giunga il momento, continua a volere, con tutta l’anima e la forza d’amore, di divenire umano. L’intelligenza ti permetterà di leggere nella molteplicità degli eventi e delle cose il filo divino che le unisce”.
– Se è vero quello che dici – riprese il vecchio cedro – allora il sonno della ragione va popolandosi di sogni. Presto, cercate quel vecchio, ha bisogno di noi.
– Intanto, all’ombra del faggio un giovane scoiattolo declamava: “È tempo di generare un mondo dove libertà e giustizia si equivalgono, e costituiscano il motore della civiltà ”
– planetaria, planetaria -lo corresse il faggio maggiore.
Ad un certo punto mi è venuta sete. Per giorni il sacro mi doleva. L’insoddisfazione dell’anima si manifestava pungente, impedendomi il passo. Così sono tornato in cerca di sorgenti…
Un piccolo scricciolo viene, con incredibile fiducia, a beccare nel mio piatto briciole di torta alle noci. Ci guardiamo negli occhi, è a un cubito dalla mia bocca. Smetto quasi di respirare, resto immobile, perché desidero che resti ancora, oltre questi dilatati secondi (una ventina) che viviamo insieme.
Un moto di frizzante stupore diffonde dalla cima del cranio.
Un rumore, secco quanto breve, spaventa la passerotta che vola via, in un verticale frullio di bellezza.
Confesso, la colazione al Bistrot di Villa Pamphili è stata gradevolissima. Mi aspetto ora, dopo giorni, di camminare più speditamente verso casa. Va tutto bene mi dico, se non fosse per quegli occhi scavati dalla fame, che restano impressi nella mia anima, dolorosamente.
Una realtà multidimensionale può essere conosciuta e rappresentata in modo univoco?
La scienza è abituata a procedere razionalmente, indagando ridotte particolarità della realtà, con sistematica metodicità, ciononostate entusiasmandosi talvolta in maniera infantile dei propri successi.
Un atteggiamento di costante apertura ad una molteplicità di possibili interpretazioni aiuterebbe di certo a limitare la cristallizzazione delle conoscenze, e ne favorirebbe lo sviluppo.
Essere uomini di scienza, significa a parer mio oggi, sottoporre a verifica non solo la metodologia ed i risultati emergenti, ma anche il punto di vista dell’osservatore, che mai può considerarsi neutrale.
Il procedere verso un consenso necessita dunque anche di far emergere il pregiudizio cognitivo (e percettivo) dell’osservatore, così da tenerne conto, valutarlo al fine di rendere possibile una narrazione condivisa. Comunque, ho fiducia che, sulla distanza, la scienza sia sempre in grado di correggere i propri errori, almeno finchè essa resterà un’espressione dell’umana ricerca.
Giovanni Battista. Ebbi modo di visitare la bella mostra “Il Potere e la Grazia. I Santi patroni d’Europa”, nel 2010. La mostra accoglieva tra l’altro, in un confronto più unico che raro, quattro dipinti (di Tiziano, Andrea del Sarto, Caravaggio e Leonardo), raffiguranti San Giovanni Battista. Si tratta di opere esemplari per la loro molteplicità di rappresentazione della risposta dell’uomo al divino. Il Battista adolescente di Caravaggio e Andrea del Sarto, nonchè il roccioso vecchio del Tiziano, svaniscono dinanzi all’ineffabile, giovane sorriso leonardesco, che emerge dall’oscurità circostante carico di luce e di pace. Una mano sul cuore, l’altra protesa ad indicare con l’indice un sovrannaturale oltre la realtà apparente, incorniciata nei fisici confini della tela. Il Battista di Leonardo, forse il suo ultimo dipinto, sembra ammaestrarci profeticamente sulla via da seguire. Pare suggerirci di metterci in ascolto, in serenità e fiducia, nelle profondità del cuore (del Sè), del divino mistero dell’uomo, che l’oscurità rischiara. La mostra, articolata in dieci sezioni, si chiudeva con le seguenti parole, che sottoscrivo interamente: “si tratta di riconoscere la dignità della persona umana,nella cui coscienza nasce in libertà e secondo ragione la risposta dell’uomo a Dio, che nessun potere può indurre e impedire”. In questa assoluta libertà umana, di scegliere la via del ritorno o dell’abbandono, germoglia la creazione artistica, fiorisce la santità, si edifica il potere.
“Due pagine dei prossimi numeri saranno dedicate alle lettere degli amici della Rivoluzione Liberale sul fascismo. La discussione sarà maturata ed esauriente. Ma non possiamo star neutrali, non possiamo rimanere in benevola attesa, neanche un istante. Mai come oggi c’è stato bisogno di critica libera e coraggiosa. La Rivoluzione Liberale uscì l’altra settimana mentre ancora non si sapeva se chi parlava aperto sarebbe stato perseguitato e condannato. Uscì parlando aperto. E’ diventata da allora un simbolo. Siamo rimasti quasi soli ad avere la responsabilità della formazione delle nostre classi dirigenti. Sentiamo la delicatezza, la gravità del compito.
Fra tanti ciechi e monocoli siamo condannati a vedere; tra tanti illusi dobbiamo essere consci di tutta un’esperienza storica e attuale. Non è lecito guardare con fiducia esperimenti che la storia ci addita dannosi, e far credito a uomini che tutti sappiamo impreparati e incapaci di costruire in Italia una coscienza moderna.
Facile e grato sarebbe sperare in questi giorni senza luce. Ma come sperare quando non vi sono validi argomenti? Quando contrastano i dettami della storia e dell’esperienza?
Mussolini non ha alcuna preparazione politica: e oggi noi non vogliamo uomini che sperimentino ossia ripetano vecchi errori ma gente che nutra poche idee precise e sicure.
La “ rivoluzione” fascista non è una rivoluzione, ma il colpo di Stato compiuto da un’oligarchia mediante l’umiliazione di ogni serietà e coscienza politica – con allegria studentesca.
L’Italia ha bisogno di pace; ma Thaon di Revel, Mussolini,Federzoni, Rocco, Colonna di Cesarò, Gentile, se non rinnegano le idee professate sino alla vigilia dell’assunzione, ci daranno una politica estera di prepotenze che ci esporrà all’isolamento più dannoso. Per migliorare il bilancio raddoppieranno le spese militari. Già si parla a Parigi e a Londra di un accordo franco-inglese contro i colpi di testa dell’Italia fascista: e se qui non se ne ha notizia è soltanto per la bella libertà in cui viviamo.
Mussolini vuol restringere o almeno far applicare la legge sulla libertà di stampa. Invece se non s’intende rinunciare alla lotta politica e alle libertà più elementari bisogna riformare gli articoli 18-24 della legge, ma nel senso di allargare la libertà. Anche qui lo Statuto poteva esser tollerato in quanto non si applicava: rigorosamente osservato ci riporterebbe al più illiberale e autocratico dei regimi.
Mussolini non può sciogliere le squadre se non vuol cadere tra sei mesi. Egli non ha altre forze su cui appoggiarsi; essendo evidentemente il sindacalismo fascista un bluff. Mussolini è legato agli industriali; appena liberi di decidere gli operai lo abbandoneranno; a meno che egli non ricorra per i favori e le protezioni alle casse dello Stato. E la permanenza delle squadre non può significare altro che ingigantimento burocratico, dovendosi premiare le nuove élites guerresche se non le si vogliono perdere.
In tutti i casi, i non ciechi, devono ammettere che ci sono per questa via tutte le premesse che condurranno a raddoppiare le spese, nonché risanare il bilancio! Legato alle aristocrazie industriali Mussolini anche in perfetta buona fede potrà dire di no a dieci ma finirà per concedere a venti i favori e le protezioni dello Stato.
Il suffragio Universale è lo strumento, imperfetto ma unico, per la formazione politica e morale delle masse (a lunga scadenza). Mussolini la renderà inutile facendo le elezioni coi mazzieri, ripiombandoci di dieci anni addietro.
Del resto tutti i nuovi sistemi dittatoriali non sono combattuti da noi per ragioni democratiche, ma perché rendono inutile nell’Italia, già così arretrata e priva di ogni senso delle libertà fondamentali, l’opera educativa.
Sentiamo le difficoltà quasi insuperabili che la nuovissima tirannide oppone al nostro lavoro. Abbiamo sempre saputo di lavorare a lunga scadenza, quasi soli, in mezzo a un popolo di sbandati che non è ancora una nazione, oggi dobbiamo continuare il nostro lavoro senza più pensare a scadenze, senza speranza. Non ci hanno esiliato. Ma restiamo esuli in patria. I partiti di massa si sono dimostrati inferiori alle loro funzioni. Gli uomini politici cono stati tutti liquidati. La salvezza verrà dal movimento autonomo che gli operai contrapporranno alla presente tirannide. In mezzo alle orgie dei vittoriosi riaffermiamo che lo spirito della rivoluzione e della libertà non si potrà uccidere. Si possono bruciare le Camere del Lavoro: non si distrugge un movimento operaio che è nato insieme col Risorgimento nazionale. Prepariamo i quadri, prepariamo le correnti ideali. Mentre gli scimmiotti della setta gentilesca pensano ad arraffare cattedre per noi il problema è tutto qui: di riuscire ad essere i nuovi illuministi di un nuovo ‘89.”
E’ un segreto che ogni uomo intellettuale presto impara a conoscere, è un segreto che, oltre all’energia dell’intelletto che egli sente di possedere e del quale è conscio, egli ha altresì la capacità di una nuova energia (quasi di un doppio intelletto), solo che si abbandoni alla natura delle cose; che insomma, oltre al suo potere privato individuale, c’è anche un vasto potere pubblico, dal quale gli è lecito attingere schiudendo coraggiosamente le sue porte umane e permettendo alle maree eteree di avanzarsi e circolare in lui: egli allora resta coinvolto nella vita dell’universo, la sua parola diventa tuono, il suo pensiero legge, e le sue sentenze intelligibili universalmente come le piante e gli animali …”
“Tutti hanno un prezzo, bisogna solo capire quale. Pochi invece hanno un valore”. Caterina de’ Medici.
Gli uomini di valore si riconoscono dalla risolutezza che mettono nel difendere il bene più prezioso: la propria anima.
Ma cos’è che possiamo chiamare anima? Adin Steinsaltz, in La Rosa dai tredici petali, è netto (tranne poi dedicarvi un intero articolato libro): “Nella sua essenza più profonda l’anima dell’uomo é parte del Divino, e sotto questo aspetto, essa è una manfestazione di Dio nel mondo”.
Se questo è, un uomo e una donna di valore non si separeranno, a costo della vita, da questa “particella” in grado di penetrare il mondo materiale come un raggio di luce nell’oscurità, e di interagire con esso, quale energia vitale, facendo emergere esseri senzienti mossi all’ascolto, al pensiero, alla creazione, all’immaginazione, al sogno, al sentimento.
E nel fare luce nell’oscurità, si disvelano, come pulviscolo, atomi di un ordine vitale mirabile là dove regnava il nascondimento. Di ciò l’uomo di valore è testimone. Così, frammento (animus) egli stesso dell’oscura tela che avvolge il raggio divino, nell’abbraccio con l’anima vibra, fiorisce, canta, si consuma.
“Signora che stai distesa nei giardini, chi ti è amico sta attento alla tua voce: falla sentire a me”